Nel corso del convegno “Sismicita’ nella Valle Peligna: stato delle conoscenze e prevenzione” che si e’ tenuto venerdì a Sulmona, gli esperti hanno evidenziato la necessita’ di adeguare gli edifici pubblici e privati alle norme antisismiche, a causa della pericolosita’ della faglia del Monte Morrone.
La geologa Giusy Lavecchia, ordinario di Geologia strutturale all’ateneo teatino, spiega: “Da studi che abbiamo condotto emerge che gli unici terremoti storici (1706, 1881, 1933) associabili a questa area sono dovuti alla struttura esterna costiera. Non essendoci testimonianze dell’attivazione della faglia del Morrone negli ultimi 2000 anni, la probabilita’ che essa possa attivarsi in tempi geologicamente brevi e’ significativa”.
Gaetano De Luca, referente per l’Abruzzo del Centro Nazionale Terremoti, sottolinea che “lo stato della rete regionale ha sofferto sin dalla nascita di un totale disinteresse da parte degli enti locali. In base alle rilevazioni della nostra rete regionale e’ possibile affermare che attualmente la microsismicita’ si e’ normalizzata per la zona nord dell’Aquila. Non altrettanto si può dire per l’attivita’ nella zona sud (Velino-Sirente), che continua a presentare decine di eventi al giorno”.
Perciò diventa importante fare studi sul territorio. “In Molise non e’ stato esclusivamente un ente di ricerca o un’universita’ a proporre, per motivi puramente accademici, il monitoraggio sismico del territorio”, ha spiegato Christian Del Pinto, responsabile scientifico del Centro Funzionale Protezione Civile della Regione Molise. “In seguito al terremoto di San Giuliano, e’ stata la stessa Regione a intervenire e a fornire ai cittadini una sorveglianza sismica di alta qualita’”.
Enzo Boschi, direttore dell’INGV, ha commentato così: “Penso che sia inutile lanciare gli allarmi, adesso ci vogliono decisioni politiche importanti per mitigare i rischi. Questo non e’ un compito della scienza, ma della politica. Il terremoto non e’ un problema, e’ la gestione poco oculata del territorio che crea problemi, come si vede drammaticamente a L’Aquila. L’Italia, dall’Abruzzo in giù, e’ fortemente sismica”.























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