Pericolosa libertà di difendere i propri diritti

Di Emanuela Bruschi
La liberta’ di difendere i propri diritti, come cittadini italiani, e’ vista come qualcosa di molto pericoloso sia per il Governo che per tutte le coscienze italiane che rischiano di essere influenzate e cadere nella tentazione delle stesse iniziative reattive, piuttosto che rimanere ad essere silenziose coscienze malcontente.
Il grande pericolo manifesto a Roma nel corteo dei cittadini aquilani, composto da uomini, donne e anziani, armati di pesanti zainetti contenenti bottiglie d’ acqua, e giovani e bambini, alcuni anche eccessivamente piccoli per essere sottoposti solo a quel caldo infernale della giornata di ieri, 7 luglio, non giustificava il grande spiegamento di forze armate dei carabinieri e dei mezzi blindati che anticipavano e bloccavano i movimenti del corteo in ogni direzione prossima a Palazzo Madama, alla residenza romana del premier, alla Camera ed al Senato.


Cittadini che chiedevano soltanto di sfilare ed informare che la ripresa di un territorio a 15 mesi dal sisma si trova ancora con una ricostruzione pesante ferma, con un centro storico deserto e disabitato, con dei tassi di disoccupazione altissimi e nessuna ripresa o intervento dal punto di vista economico.

Un territorio condannato a morte solo perché ad alcuni, ma non a tutti, sono state date le famose C.A.S.E. e cosa dovremo fare noi nel frattempo? Restare dentro quelle scatole silenziose come delle sardine e reggere il gioco della messa in scena mediatica sull’abile ricostruzione e sul ‘tutto a posto a L’Aquila?’ quando il finale a lieto fine della favola post sisma ancora non c’e’!
Certo tra un po’ grazie anche alla legge Bavaglio sara’ censura totale sulle problematiche di un popolo e sugli interessi e le manipolazioni dell’intoccabile classe politica. Nel frattempo, scusate se senza sosta cerchiamo di far passare una informazione corretta sulla realta’ aquilana sostenuti forse e come sempre, più dall’Italia semplice e nostra concittadina, per solidarieta’ ed adozione, piuttosto che da tutti coloro che ben predicano e hanno predicato ma che sono sempre lontani da azioni ed interventi reali e concreti.