Rossini: ombra della ‘Ndrangheta sulla ricostruzione

Il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Alfredo Rossini, decidera’ nei prossimi giorni se chiedere alla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria l’invio delle carte dell’inchiesta sulla ‘ndrangheta che ha portato a sgominare la cosca Borghetto-Caridi-Zindato, con l’arresto di 34 persone, e alla scoperta di tracce evidenti di infiltrazioni dell’organizzazione mafiosa calabrese negli appalti per la ricostruzione post terremoto.
La procura distrettuale antimafia aquilana, rafforzata dal sostituto procuratore Olga Capasso, distaccata all’Aquila proprio per la lotta alle infiltrazioni mafiose, da tempo stava indagando sulle mosse della ‘ndrangheta.
Per questo erano state inviate alla procura distrettuale antimafia di Bologna istanze per approfondimenti di indagine e per controlli patrimoniali su alcune societa’ con sede a Reggio Emilia in odore di ‘ndrangheta operanti all’Aquila. Stessa richiesta e’ stata inviata alla procura di Napoli per alcune aziende in odore di camorra.
“La guardia e’ stata e sara’ sempre alta, la procura distrettuale ha mezzi a disposizione per combattere le infiltrazioni, si verificano tutti i collegamenti, si fanno indagini, e poi si arrivera’ a conclusioni, come sono arrivate non solo sul campo delle mafie” ha spiegato Rossini, il quale conferma che “la ‘ndrangheta sul piano scientifico e’ la più pericolosa di tutte le mafie, ha una capillare organizzazione a livello internazionale, la presenza e’ avvertita anche in Australia, figuriamoci se non tentano di essere presenti all’Aquila dove dopo il terremoto ci sono molti soldi per la ricostruzione”.
“Il nostro programma e’ combatterla senza essere troppo ottimisti, ma essendo fiduciosi in quello che stiamo facendo – ha continuato Rossini -. Ci aspettiamo infiltrazioni. D’altra parte la storia ci insegna che dopo i terremoti, anche con quattro soldi, arrivavamo da ogni parte.
Anche nel cratere si aggirano e si aggireranno sempre più in tanti, visto che ci sono molti fondi per la ricostruzione. L’Italia non e’ un Paese tranquillo, la mafia e’ cambiata e ci sono infiltrazioni dappertutto – ha concluso Rossini -, noi stiamo sempre in campana”.