Sticky: Ecco cosa pensa il vescovo Molinari dei 20.000 di L’Aquila chiama Italia

Le parole di Molinari sono talmente assurde da non meritare commenti, quindi le riportiamo alla lettera:

“Secondo gli organizzatori c’erano ventimila persone, secondo la Questura solo tredicimila. Alcuni miei amici che erano presenti mi hanno confidato che erano molti di meno. Ma il problema non e’ il numero dei partecipanti. Il problema e’: a che cosa e’ servita questa manifestazione? Gli infiltrati se sono andati. Ma le macerie restano. E resteranno ancora se gli aquilani non sanno individuare la via giusta per la ricostruzione. Le manifestazioni (con baci, abbracci e slogan) passano ma i problemi restano. E i problemi vanno affrontati in modo caparbio, tenace e competente. E con una forte volonta’ politica, che vede riunite tutte le forze politiche, fermamente determinate a raggiungere un obiettivo condiviso, che rappresenti il vero bene di tutta la citta’ e il territorio. È possibile? Oppure e’ una speranza impossibile? Continuare a correre senza vedere chiaro davanti a noi, come nel “sorpasso” evocato all’inizio, oltre che pericoloso e’ impresa sterile, inconcludente, pazza”.

(dalla nota inviata dal vescovo Molinari al settimanale diocesano “Vola”)