Commissione Grandi Rischi: chiesti allo stato 22.5 milioni di risarcimento

Prima udienza istruttoria civile, stamane all’Aquila, per l’azione legale avviata da una quarantina di famiglie che hanno perso altrettanti cari nel terremoto di due anni fa. Alla presidenza del Consiglio dei ministri, rappresentata e difesa dall’avvocato dello Stato, Stefano Varone, e’ stato chiesto un risarcimento danni per 22 milioni e mezzo di euro.
La causa civile, parallela a procedimenti penali tuttora in corso, e’ basata sulle dichiarazioni ”colpevolmente rassicuranti” rilasciate dai componenti della Commissione Grandi rischi qualche giorno prima del sisma che poi avrebbe devastato L’Aquila ed il suo comprensorio, provocando 309 vittime. Molte di loro, per le famiglie, si sarebbero potute salvare se solo gli esperti avessero suggerito qualche cautela in piu’.
La Commissione Grandi rischi e’ la piu’ importante struttura scientifica di riferimento della Protezione civile e, quindi, della Presidenza del Consiglio dei Ministri chiamata a rispondere dinanzi ai magistrati. Nella seduta odierna, l’Avvocatura dello Stato ha chiesto la sospensione del procedimento, in attesa della definizione di quello penale; richiesta rigettata. L’Avvocatura ha presentato altresi’ una propria memoria difensiva di 50 pagine in cui si respingono in sostanza le accuse delle famiglie aquilane che hanno avviato il procedimento.
La strategia adottata e’ quella dell’imprevedibilita’ degli eventi sismici e, pertanto, della non responsabilita’ degli esperti. La nuova udienza e’ stata fissata per il 29 settembre.
Gli avvocati di parte civile avranno dunque sette mesi di tempo per produrre memorie, prove documentali e quanto altro necessario a rafforzare la convinzione che decine di persone sono rimaste sotto le macerie solo in virtu’ di quegli ”autorevoli pareri” che invitavano a restare a casa, nonostante fosse in atto un intenso sciame sismico.

(Asca)