Ingegneri a Cialente: disponibili e inascoltati. Filiera bloccata, ma non faremo da “capro espiatorio”

L’Aquila, 5 ottobre 2011 – La lettera dell’Ordine degli Ingegneri (Presidente Ing. Paolo de Santis) al sindaco dell’Aquila

In relazione alla nota del Signor Sindaco del Comune dell’Aquila, On.le Dott. Massimo Cialente, n. 2971 di protocollo del 30 settembre, il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila nella riunione del 30 settembre 2011 così si è espresso:
“La ricostruzione pesante per gli edifici danneggiati dal sisma 2009, con esito di agibilità “E” e situati fuori dai centri storici, ha incontrato sin dall’inizio problemi di definizione delle norme, basti pensare che la prima O.P.C.M., la n. 3790, è del luglio 2009, alla quale ha fatto seguito la O.P.C.M. n. 3881 del giugno 2010 che ha stabilito il limite di costo per gli interventi di riparazione e/o sostituzione edilizia. Tale limite è stato posto pari a quello per l’Edilizia Residenziale Pubblica (E.R.P.) della Regione Abruzzo.
Il Presidente della Giunta Regionale, nonché Commissario Delegato per la Ricostruzione, ha pubblicato sul B.U.R.A. del 24 settembre 2010 la Delibera di G.R. n. 615 con la quale stabiliva il Limite Economico per l’E.R.P.. L’Ordine si è subito attivato facendo rilevare che la Delibera di G.R. n. 615, così come emanata, non rispecchiava la conformazione dell’edilizia presente sul
territorio che di fatto risulta ben diversa da quella dell’Edilizia Residenziale Pubblica a cui si rimandava per individuare i limiti di costo per stabilire il massimo indennizzo spettante
Il Commissario, nel merito, pubblicava il Decreto n. 27 del 2 dicembre 2010 che chiariva molte delle incongruenze evidenziate dall’Ordine. Da quella data sono state evidenziate molteplici criticità tanto che il Commissario ha pubblicato gli ultimi decreti il 29 aprile 2011, seguiti da diverse circolari esplicative. Tanto è riscontrabile sul sito web del Commissario per la Ricostruzione.
L’Ordine degli Ingegneri è da oltre un anno che segnala in tutti i modi le criticità e le difficoltà tecnico burocratiche per la redazione dei progetti e la progressiva paralisi riscontrata nell’esame delle istanze da parte della c.d. Filiera Fintecna-Reluiss-Cineas con la stagnazione delle domande di indennizzo e che ha colmato la misura dopo il 31 agosto 2011 con determinazioni interne e non solo non partecipate ma neanche rese pubbliche.
Nel tempo la scadenza per la presentazione delle domande risarcitorie ha subito vari rinvii, in ultimo dal 31 dicembre 2010 al 30 giugno 2011 e successivamente al 31 agosto 2011 (proroga tecnica) per censire le pratiche ancora da presentare.
In tutto questo lasso di tempo si è cercato in tutti i modi di dare ai Professionisti Ingegneri responsabilità sui ritardi per la presentazione delle domande. Abbiamo sempre rigettato con motivazioni oggettive e documentate la estraneità al blocco della ricostruzione, rifiutando di essere immotivatamente additati come il “capro espiatorio” di turno.
In questi ultimi periodi, costatando il blocco totale della ricostruzione, si è adottata la linea del “silenzio stampa” nell’attesa che qualche Istituzione rendesse pubblico ed in modo scritto le motivazioni del blocco della filiera.
Egregio Signor Sindaco, la sua lettera certifica in modo inequivocabile quanto sopra esposto. Il Consiglio auspica che altri seguano l’iniziativa evitando opportunismi e tatticismi con scopi reconditi. Prendiamo atto con soddisfazione che ora sono due istituzioni a segnalare la contingenza.
Inoltre, la richiesta della definizione di una scadenza condivisa per la presentazione delle domande dopo il 31 agosto u.s. ha del grottesco, al limite del paradosso, anche in riferimento all’accordo del 14 luglio u.s. stipulato dal Commissario Delegato per la ricostruzione con i Consigli Nazionali, le Federazioni e gli Ordini della Regione Abruzzo degli Ingegneri ed i Collegi dei Geometri e dei Periti Industriali, pubblicato, tra l’altro, sul sito del Commissario e del successivo risultato dell’indagine conoscitiva sulle pratiche ancora da presentare.

Ad oggi non risulta pubblicata nessuna O.P.C.M. che rimarchi che la presentazione della domanda di indennizzo non ha, e non può avere, nessuna scadenza.
Lei, Signor Sindaco, oggi invoca l’istituzione di un tavolo giornaliero, quotidiano, che, nel giro di pochi giorni, ascoltando tutti coloro che possono fornire un contributo o che siano coinvolti, possa risolvere la situazione.
Lei sicuramente ricorda che di questa opportunità è stato un concreto attore il Dr. Franco Gabrielli, allora Prefetto dell’Aquila, innumerevoli sono le riunioni che si sono tenute dall’inizio dell’estate 2009 fino a tutto il 2009 con il Dipartimento della Protezione Civile, per normare l’impalcato ed affrontare e risolvere le criticità degli edifici classificati “B” e “C” (ricostruzione leggera). Gli incontri, a volte anche con posizioni iniziali contrapposte, hanno portato alla quasi totale riparazione degli edifici, permettendo a migliaia di cittadini il rientro nelle loro abitazioni.
Per onestà intellettuale occorre evidenziare che i nostri interlocutori erano competenti in materia di riparazione degli edifici danneggiati dal sisma.
Nel contempo, dall’inizio della fase Commissariale, non siamo a conoscenza della presenza di interlocutori esperti in problematiche strettamente connesse ad attività attinenti, se non fondamentali, la salvaguardia della vita umana.
La ricostruzione leggera è stata portata a termine anche per l’impegno sociale dell’Ordine e per l’impegno dei Professionisti Ingegneri coinvolti.
L’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila, come è prassi, non farà mancare il proprio contributo al Suo appello, però Le chiediamo “con quali interlocutori e con quali prospettive di dialogo costruttivo e partecipato”.
La ricostruzione di un territorio non può e non deve essere fatta con la ricerca continua di un “capro espiatorio”: occorrono metodo, dialogo ed esperienze specifiche.
Considerato che quanto sopra illustrato è riferito solo agli edifici situati fuori dalle perimetrazioni urbane, immaginiamo cosa potrà accadere per gli edifici posti all’interno dei centri storici.
Abbiamo sempre colto con favore l’impegno del Dr. Gianni Letta che quasi settimanalmente ha partecipato ai tavoli tecnici nei quali, purtroppo, l’assenza dell’Ordine degli Ingegneri, per mancato invito, era una costante. Nelle sedute che si sono succedute si è cercato di sbloccare la ricostruzione, ma alla luce della attuale situazione dobbiamo registrare quanto è sotto gli occhi di tutti.
Anche la paventata soluzione della Struttura Commissariale di togliere alla c.d. Filiera l’istruttoria delle pratiche delle unità abitative, richiedendo ai Professionisti una fideiussione, non ha riscontro nel panorama nazionale: le fideiussioni sono prodotte dalle Imprese e non dai Professionisti. Tanto è stato anche sancito nel tempo da diversi pronunciamenti da vari organi di giustizia.
Anche in questo caso non siamo stati sentiti prima dell’annuncio e solo successivamente abbiamo potuto rappresentare le criticità e le difficoltà attuative delle idee che nulla potrebbe apportare per risolvere il blocco della ricostruzione.
Non siamo d’accordo sul metodo attualmente adottato per la ricostruzione: oggi si vuole dimostrare che è stata trovata la soluzione prima del prossimo 31 dicembre, ma se ciò non si attuerà sarà ancora una volta responsabilità dei Professionisti?
Signor Sindaco occorre fare un’ammissione pubblica ed avere l’umiltà e la consapevolezza che il problema della ricostruzione di un vasto territorio è una operazione difficile e complessa e non si può proseguire nella continua ed affannata ricerca di alibi e di responsabilità altrui per nascondere la inadeguatezza.
Le rappresentiamo, Signor Sindaco, che il problema della ricostruzione non riguarda solo il ripristino degli edifici, in quanto le criticità che oggi si manifestano sul territorio attengono anche alla ricostruzione sociale, economica ed infrastrutturale delle reti materiali ed immateriali.
Speriamo che le proposte di legge giacenti in Parlamento possano contribuire in modo incisivo alla immediata ripresa del territorio, motore dell’intera regione.
L’Ordine degli Ingegneri prende atto che la ricostruzione avrebbe dovuto basarsi su illustri contributi dei quattro saggi che invece ad oggi poco sembrano aver sortito nel risultato.
Le rinnoviamo il nostro impegno e la disponibilità a rappresentare direttamente quanto esposto anche agli Illustri Destinatari della presente.”.