ETNA, SEDICESIMA ERUZIONE. IL REPORT INGV E LE FOTO

Nube di cenere e vapore emessa durante la fase parossistica dell’episodio eruttivo dell’8 ottobre 2011 al Nuovo Cratere di Sud-Est, visto da Trecastagni, a circa 15 a sud-est dalla sommità dell’Etna, alle ore 14:50 GMT (= ore locali -2). Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)

 

Dopo poco meno di 10 giorni di relativa calma, nel pomeriggio del giorno 8 ottobre 2011, è avvenuto il 16° episodio parossistico del Nuovo Cratere di Sud-Est (Nuovo CSE) dell’Etna dall’inizio dell’anno. L’acme di questo episodio, la cui osservazione è stata resa molto difficile dovuto alle pessime condizioni meteorologiche, è stato di breve durata ma violentemente esplosivo, ed ha generato una nube di cenere che è stata spostata dal vento verso est-nordest. Anche in questa occasione si sono aperte delle bocche eruttive sia sul fianco sud-orientale del cono del Nuovo SEC sia alla sua base settentrionale.

Attività stromboliana ed emissione di colate laviche dalla frattura eruttiva posta sul fianco sud-orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est, vista da Belvedere, circa 900 m a sud-est dal cratere, alle ore 14:14 GMT. Foto ripresa da Elisabetta Ferrera, Università di Catania
Il Nuovo Cratere di Sud-Est dopo la fine del parossismo dell’8 ottobre 2011, visto dall’orlo occidentale della Valle del Bove, da una distanza di circa 2 km a sud, alle ore 15:35 GMT. Dalla frattura eruttiva sul fianco sud-orientale del cono (a destra) sta ancora uscendo lava, mentre il cratere stesso sta emettendo una nube di cenere diluita. Foto ripresa da Daniele Andronico, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)
 

I primi segni chiari di un risveglio del Nuovo CSE sono stati rilevati dalla rete strumentale dell’INGV-Osservatorio Etneo (Catania) nella mattinata del giorno 8 ottobre, quando si è registrato un rapido aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico, accompagnato da una superficializzazione della sorgente del tremore, che ha anche cominciato a spostarsi dalla sua posizione consueta sotto il Cratere di Nord-Est verso il Nuovo CSE. Verso le ore 11:00 GMT (= ore locali -2) è cominciata l’attività eruttiva, visibile distintamente attraverso le telecamere di sorveglianza per la presenza di discontinue e deboli esplosioni stromboliane. Due ore e mezzo dopo (13:30 GMT), ha avuto inizio un trabocco lavico, come sempre nella lacuna che taglia l’orlo sud-orientale del cratere.
Intorno alle ore 13:45 GMT è stata osservata una vivace attività stromboliana dalla frattura eruttiva sul fianco sud-orientale del cono, formatasi durante il parossismo del 29 agosto. Dopo le ore 14:15 GMT, le condizioni di visibilità sono peggiorate; così il passaggio da attività stromboliana alla fase parossistica con fontane di lava ed emissione di cenere non è stato osservato direttamente. Tuttavia questo passaggio, intorno alle ore 14:30 GMT, si è udito chiaramente, e la nube di cenere si è rapidamente alzata al di sopra delle nubi meteorologiche, spostandosi verso est. Allo stesso tempo una colata lavica è scesa sulla parete occidentale della Valle del Bove, prendendo lo stesso percorso delle colate precedenti
Probabilmente durante questa fase si sono aperte delle bocche eruttive sul fianco nord-orientale del cono del Nuovo CSE, approssimativamente lungo la stessa frattura che si era aperta durante l’episodio eruttivo dell’8 settembre, e sono state emesse due piccole colate di lava. La più voluminosa di esse, alimentata dalla parte terminale della frattura, ha percorso qualche centinaio di metri per invadere la parte centrale della fessura eruttiva di maggio 2008.

 
Il Nuovo Cratere di Sud-Est dopo la fine del parossismo dell’8 ottobre 2011, visto dall’orlo occidentale della Valle del Bove, da una distanza di circa 2 km a sud, alle ore 15:35 GMT. Dalla frattura eruttiva sul fianco sud-orientale del cono (a destra) sta ancora uscendo lava, mentre il cratere stesso sta emettendo una nube di cenere diluita. Foto ripresa da Daniele Andronico, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)
 

La fase parossistica è durata poco più di 20 minuti per esaurirsi intorno alle ore 14:50 GMT; sono continuate le emissioni di cenere fino alle ore 15:45 circa, quando il livello del tremore vulcanico è ritornato su valori uguali a quelli precedenti l’episodio parossistico, e i fronti lavici apparivano pressoché fermi. La nube di cenere è stata spostata dal vento verso est-nordest, causando ricadute di cenere in un settore molto stretto, che passa dalla zona di Ripe della Naca e il paese di Puntalazzo all’abitato di Mascali.
Questo parossismo è avvenuto poco meno di 10 giorni dopo quello precedente ed è stato il più breve nella serie di simili episodi iniziatasi a gennaio 2011 – la fase culminante di fontane di lava e di forte emissione di cenere è durata solo circa 20 minuti. E’ da notare che l’attività minore sul fianco settentrionale del cono del Nuovo CSE ha seguito il trend della frattura dell’8 settembre, che è orientata, nella sua parte a monte, circa SSW-NNE per assumere, nella sua parte più bassa, un orientamento SW-NE. Diversamente, la frattura apertasi durante il parossismo del 28 settembre, si trova più ad ovest, tagliando la base del “Levantino”, un cono secondario formatosi nel 2000-2001 sul fianco settentrionale del vecchio cono del CSE. La morfologia del Nuovo CSE non ha subito maggiori cambiamenti, anche se è probabile che l’accumulo di nuovo materiale piroclastico abbia leggermente aumentato la sua altezza.

Bomba vulcanica lunga più di un metro, che è stata lanciata dal Nuovo Cratere di Sud-Est e caduta a Belvedere, a circa 900 m a sud-est, durante il parossismo dell’8 ottobre 2011. Foto ripresa da Daniele Andronico, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)