SALUTE: SCREENING FIBROSI CISTICA, ABRUZZO FRA LE 5 REGIONI INADEMPIENTI

1 dicembre 2011 – In Italia ben 5 regioni su 20 non attuano lo screening neonatale per la fibrosi cistica.
”Questo esame fu reso obbligatorio dalla L. 104/1992 e dalla L. 548/1993 per tutte le regioni – ricorda l’O.Ma.R, l’Osservatorio Malattie Rare sul suo sito -, che avrebbero dovuto attivarsi per offrire a tutti i nuovi nati lo screening gratuito, sia che volessero farlo dotandosi in proprio di laboratori e centri sia che, in particolare per le Regioni meno popolose, volessero attuare il programma consorziandosi con realta’ vicine”.

Attualmente sono tre le malattie (ipotiroidismo congenito, fibrosi cistica e fenilchetonuria) per le quali la legge consente lo screening neonatale. Nel caso della fibrosi cistica le Marche sono state tra le prime Regioni ad agire gia’ nel 1995. ”Ma a distanza di 18 anni – si legge ancora nella nota -, ancora oggi sono 5 le Regioni – ed alcune di grandi dimensioni – che non attuano lo screening: il Friuli Venezia Giulia (che lo abbandono’ a fine anni ’90 per presunte ragioni di inadeguatezza costi/benefici per una regione piccola), la Puglia, la Sardegna e le piu’ piccole Basilicata e Abruzzo, dove ora sembra ci siano aperture per avviare lo screening nel 2012”.

”Sono anni che denunciamo questa situazione – spiega Vincenzo Massetti a O.Ma.R, coordinatore della Lifc delle Marche – eppure non si e’ mosso nulla. Piu’ volte abbiamo proposto di consorziare le realta’ piu’ piccole alle maggiori, come la Valle D’Aosta fa con il Piemonte, come il Molise fa con il Lazio o l’Umbria con la Toscana (la Toscana e in parte il Lazio garantiscono anche lo screening allargato), ma di fronte a questa ipotesi di sinergia scattano disegni politico-campanilistici che impediscono di fatto l’attuazione di quanto previsto dalle normative vigenti”. (ASCA)