ETNA, NUOVA ERUZIONE: IL REPORT E LE IMMAGINI DELL’INGV


10 febbraio 2012 – Dopo un “preludio” di attività stromboliana lungo più di 12 giorni, il Nuovo Cratere di Sud-Est (Nuovo CSE) dell’Etna ha prodotto un nuovo episodio eruttivo parossistico nelle prime ore del 9 febbraio 2012 (il 20° della serie incominciata il 12 gennaio 2011). Questo episodio, sebbene meno intenso rispetto a quelli precedenti, ha prodotto spettacolari fontane di lava e una colata lavica diretta in Valle del Bove (Figura 1) mostra l’acme di questo parossismo poco dopo ore 06:00 GMT.

Durante il pomeriggio del giorno 8 febbraio 2012, l’attività stromboliana iniziata il 27 gennaio ha cominciato ad aumentare sia nell’intensità sia nella frequenza delle esplosioni; ciò è stato accompagnato da un netto incremento nell’ampiezza del tremore vulcanico. La sede dell’attività stromboliana era una bocca nella parte occidentale del fondo craterico; occasionalmente sono avvenute delle esplosioni anche da una seconda bocca posta più ad est dall’altra. Poco dopo le ore 19:00 GMT, è cominciato un piccolo trabocco lavico attraverso la profonda lacuna nell’orlo sud-orientale del cratere; verso le ore 21:00 la colata aveva raggiunto la base del cono.

Durante ore successive l’attività stromboliana è molto lentamente cresciuta di intensità per passare, sempre in maniera graduale, ad un fontanamento discontinuo fra le ore 23:30 e 00:00 GMT. Successivamente, un a fontana pulsante ha raggiunto altezze di 100-150 m sopra l’orlo craterico fino alle 00:30 GMT, quando la fontana è diventata continua e si è alzata a 300-400 m di altezza sopra il cratere.
La colonna eruttiva, con una quantità minore di tefra minore rispetto agli episodi parossistici precedenti, ha raggiunto un’altezza di circa 6 km sopra la cima dell’Etna. Raggiunto tale altezza, la nube si è espansa a forma di ombrello, maggiormente verso ovest (Figura 2). Per questi motivi – produzione meno voluminosa di tefra e quasi assenza di vento – la ricaduta di materiale piroclastico è stata limitata essenzialmente alle parti alte del vulcano

Fra le ore 02:00 e 04:00 GMT, l’attività è rimasta su livelli piuttosto stabili; le fontane venivano dalle due bocche poste all’interno della depressione craterica, e hanno occasionalmente superato 500 di altezza. La fontana della bocca più orientale era spesso inclinata verso est, portando ad abbondanti ricadute di materiale piroclastico sull’orlo craterico e sul fianco del cono in quel settore. Una terza bocca, ubicata nella lacuna che taglia l’orlo craterico sud-orientale, era la fonte di sporadiche esplosioni molto violente, generando lanci di bombe dalle dimensioni plurimetriche che si alzavano a ventaglio.

La colata lavica ha raggiunto l’orlo occidentale della Valle del Bove poco prima delle ore 01:30 ed ha cominciato la discesa sulla ripida parete sottostange, occasionalmente interagendo esplosivamente con la coltre nevosa presente sul terreno. Una volta passato la rottura di pendio alla base della parete, la colata ha rallentato, espandendosi in tre rami sul terreno più pianeggiante. La lava ha seguito l’identico percorso delle colate laviche precedenti, arrestandosi ad una distanza di meno di 3 km dal Nuovo CSE.

La fine di questo episodio eruttivo è stata molto graduale e si è estesa su più ore. L’attività di fontanamento lavico ha cominciato a diminuire e diventare discontinua intorno alle ore 05:30 GMT. 15 minuti dopo, l’attività consisteva in getti sporadici, alcuni dei qualli hanno comunque superato 300 m di altezza. Nel frattempo, dalla bocca posta nella lacuna nell’orlo craterico sud-orientale avvenivano delle esplosioni molto forti, prodotte dalla detonazione di bolle di magma all’interno del condotto; ogni esplosione lanciava centinaia di bombe di grossa taglia nell’aria, in getti che si aprivano a ventaglio come dimostrato nella Figura 3. Tali esplosioni hanno continuato anche dopo la cessazione del fontanamento lavico, generando boati udibili su gran parte del territorio etneo, fino alle ore 09:00 GMT.

Questo episodio eruttivo è avvenuto 35 giorni dopo il parossismo precedente, del 5 gennaio 2012, ed è stato notevolmente meno violento. La quantità di tefra emessa è stata molto inferiore a quella degli ultimi parossismi; inoltre non si sono aperte bocche eruttive al di fuori del cratere. Invece, in termini di durata, la fase parossistica di questo episodio è stata fra le più lunghe nella sequenza attuale.