30 POLPETTE AVVELENATE NEL PARCO D’ABRUZZO, VOLEVANO STERMINARE GLI ULTIMI ORSI

Trenta bocconi sono stati trovati nella valle Cervara e nel vallone Lampazzo, una zona di riserva integrale, il luogo più difeso dell’area protettta. Sono stati i cani addestrati dalla Forestale a impedire il massacro dei 50 plantigradi che da decenni sono al centro di iniziative di ripopolamento. “E’ stato come lanciare una bomba dentro il Colosseo”.

orsi_parco_abruzzodi Antonio Cianciullo – Volevano sterminare gli orsi nel cuore del parco d’Abruzzo. Hanno seminato 30 polpette avvelenate nella valle Cervara e nel vallone Lampazzo, una zona di riserva integrale, il luogo più difeso dell’area protetta. “E’ un attacco organizzato, un’operazione in grande stile che rivela la volontà di far saltare l’equilibrio di uno dei cinque parchi storici d’Italia: poteva essere la fine di un lavoro durato decenni per far tornare gli orsi e i lupi nella loro terra”, accusa Aldo Di Benedetto, ex direttore del parco e dirigente dell’Associazione nazionale Pro Natura.

Sono stati i cani addestrati dalla Forestale a trovare le polpette avvelenate e a impedire il massacro degli orsi. Con una serie di battute sono state ripulite le valli in cui erano state seminate le trappole. E lo sforzo – assicura il commissario del parco Giuseppe Rossi – andrà avanti ancora in modo sistematico per prevenire ulteriori minacce: “Abbiamo sporto denuncia alla procura di Avezzano: è un’escalation che segue la crescita della pressione del bracconaggio, del pascolo abusivo, dell’invasione di mezzi motorizzati in zone protette”.

Già nel 2007 il parco d’Abruzzo aveva subito un’offensiva simile: erano stati avvelenati tre orsi e due lupi ma, nonostante l’allarme e la mobilitazione del ministero dell’Ambiente, nessun responsabile è stato individuato. Ora l’attacco si ripete per la prima volta in un’area di riserva integrale, quella più frequentata dagli orsi.

“E’ stato come lanciare una bomba dentro il Colosseo: uno schiaffo al parco e a tutti quelli che si sono battuti per il ritorno di animali simbolo come il lupo e l’orso”, osserva Paolo Ciucci, docente del dipartimento di biologia e biotecnologie dell’università di Roma.

“E’ dal 2004 che monitoriamo la popolazione degli orsi e abbiamo misurato un recupero timido. Su una popolazione di 50 orsi, le femmine sono tra 10 e 15; ognuna partorisce ogni 3 o 4 anni. E’ un equilibrio estremamente precario: basta pochissimo a farlo saltare. E se si mettono a lanciare polpette avvelenate…”.

Nel 2005 il clima era ben diverso. Quattro orsi del parco erano diventati star: Gemma, Marina, Bernardo e Serena erano stati muniti di un radiocollare e seguiti via satellite passo passo per studiare le loro abitudini e capire come organizzare al meglio la protezione. Due anni dopo Bernardo è stato avvelenato e ora hanno riprovato il colpo su grande scala. A qualcuno il parco non piace.

da Repubblica.it