L’AQUILA: “NON VENITE A DIRCI DI CHE MORTE DOBBIAMO MORIRE”

scelta16 luglio 2013 (Di Giusi Pitari, giusipitari.blogspot.it)

A L’Aquila sono venuti tutti, e quando dico tutti intendo da Obama a Vittorio Sgarbi. Non si può certo pretendere che tutti conoscano a fondo la città e quello che stiamo vivendo, però, suvvia, un po’ di fantasia nell’inventarsi una frase di circostanza!

E invece siamo sempre un problema nazionale, la nostra città è fantasma e il silenzio dei vicoli assordante. 
Possibile che a nessuno viene in mente , per esempio, di incoraggiarci? Non per finta, sul serio. Basterebbe aggiungere alle parole suddette qualcosa del tipo: “Però a L’Aquila c’è vita”. Eccome se c’è. Non solo perché banalmente noi ci viviamo ancora in questa città, ma anche perché ci lavoriamo, in tutti i modi possibili.

Il lavoro non va così bene, perché oltre al terremoto c’è “la crisi”. Ma non ce ne stiamo con le mani in mano, soprattutto i giovani; che non è vero che popolano la città solo il giovedì e il sabato per ubriacarsi. Forse sarò la sola a vederlo, ma in città c’è sempre qualcosa da fare: eventi culturali, concerti, film, dibattiti eccetera.

Ci sono i cittadini, quelli che “guarda un po’” si sono persino rimboccati le maniche e non si sono dati per vinti: con i propri soldi hanno riaperto attività grandi e piccole. C’è l’Università, che persino in città viene criticata, nonostante sia qui con tutti i dipendenti e migliaia di studenti: non era scontato. Decine di associazioni lavorano per cercare di capire qualcosa nel marasma di regole e puntellamenti che ci attanagliano, e sono vive, giovani, molto assidue e competenti.

Suvvia, di banalità ne abbiamo sentite tante, qualcuna ancora la ricordo:

  • Berlusconi: ricostruiremo una nuova città in 28 mesi [7 aprile 2009]
  • Bossi: La ricostruzione procede spedita, meglio che in America. Gli aquilani devono avere pazienza, la città rinasce. [agosto 2009]
  • Berlusconi: In tempo record, abbiamo aiutato 65 mila vittime abbiamo ricostruito un’intera città per coloro che hanno perso le loro case. Abbiamo anche ricostruito tutte le scuole distrutte. [16 settembre 2010- Le Figarò]
  • Bertolaso: L’Aquila è il più grande cantiere d’Italia. [settembre 2009]
  • Bertolaso: L’Aquila può essere ricostruita in 7, 8 anni a patto che si lavori “senza sosta”. [6 aprile 2010]

Pensavamo tutti che dopo quei primi mesi, le cose (non solo da dire) sarebbero divenute più serie. Ma ci sbagliavamo.

Oggi (16 luglio 2013) a L’Aquila è venuto Oliviero Toscani a regalarci l’ultima perla: «Non siete stati bombardati da un nemico – dice – siete stati traditi dalla natura di questo posto. La natura ha deciso di farvi questo brutto scherzo. Lascerei crollare questa vecchia puttana che vi ha tradito! Lascerei crollare le macerie puntellate della città e ricostruirei una nuova L’Aquila da un’altra parte».

A questa ennesima provocazione rispondo: NON VENITE A DIRCI DI CHE MORTE DOBBIAMO MORIRE, LASCIATECI COSTRUIRE LA VITA CHE VOGLIAMO VIVERE.

Giusi Pitari, blog giusipitari.blogspot.it