RAPPORTO ECOSISTEMA SCUOLA: L’AQUILA AL 30° POSTO, PESCARA AL 71. CHIETI E TERAMO NON PERVENUTE

Ripartire da quelle opere davvero utili per sbloccare l’Italia e darle un nuovo futuro. Tra queste opere ci sono anche gli edifici scolastici italiani, molti dei quali, più di 41mila, hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza come emerge dalla quindicesima edizione di “Ecosistema Scuola”, l’indagine annuale di Legambiente sulle strutture e


dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia.

Anche quest’anno la fotografia scattata da Legambiente è poco rassicurante: il 58% delle scuole è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. Il 32,5% necessita di interventi urgenti di manutenzione. Il 9,8% degli edifici si trova in aree rischio idrogeologico, il 41,2% in aree a rischio sismico e l’8,4% a rischio vulcanico. Calano al 30,9% gli edifici dotati dei certificati essenziali come quello della prevenzione incendi, mentre solo 22,2% sono le scuole dove è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica.

I DATI DELL’ABRUZZO
Due città su 4 rispondono alla richiesta di dati. L’Aquila e Pescara si posizionano in graduatoria rispettivamente al 30º e 71º posto.
L’Aquila fornisce certificazioni di collaudo statico, idoneità statica, agibilità e certificazione igienico-sanitaria. Metà degli edifici usufruisce di energia rinnovabile, dal solare termico al fotovoltaico e in taluni casi vengono utilizzate entrambe queste fonti. La percentuale del biologico si attesta al 100% in tutte le mense scolastiche.

A Pescara, se da una parte le scuole possiedono porte antipanico e impianti elettrici a norma, non vengono dotate delle certificazioni necessarie e l’87% di esse ha necessità di interventi urgenti, in particolar modo di adeguamento statico. Al via le buone pratiche con attraversamenti pedonali e nonni vigili di fronte le scuole, ma ancora poco si utilizzano le fonti rinnovabili (fotovoltaico) che riguardano solo il 15,2% degli edifici.

Le scuole abruzzesi risultano non proprio giovanissime rispetto alla media nazionale; basta guardare alcuni dati: il 95% degli edifici è stato costruito prima del ’90, e di questi il 60% prima del ’74, anno della legge sulla prevenzione antisismica. Una situazione questa rafforzata dal fatto che l’87% (il 50% in più rispetto alla media nazionale) ha necessità di interventi urgenti e il 26% (meno della metà della media nazionale) ha goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni.
A questo si aggiunge anche il fatto che per questo ultimo tipo di interventi nessun tipo di finanziamento è stato stanziato (parliamo di media annua per singolo edificio).

Puntano alle buone pratiche le città abruzzesi, in particolar modo ad una mobilità sostenibile con il 19,6% di edifici che usufruiscono di pedibus (la media nazionale è del 14,2%), di aree di sosta per le auto e di attraversamenti pedonali (il 100%). Buono è anche il finanziamento dei comuni verso progetti educativi per le scuole e per progetti e iniziative rivolte agli under 14.

Se è vero che le scuole abruzzesi sono state dotate di quasi tutte le certificazioni, dall’idoneità statica a quella igienico-sanitaria (97,8%) ben al di sopra della media nazionale, nel dotarsi dei requisiti di sicurezza come porte antipanico e impianti elettrici a norma (98,9%), nell’avere prodotti biologici a tavola (siamo al 100%), restano un po’ indietro nella raccolta differenziata, con il solo 50% di recupero di quasi tutti i materiali (escluso l’alluminio).

Buono è l’utilizzo delle fonti rinnovabili, infatti tra gli edifici scolastici che presentano impianti di energia da fonti rinnovabili (31,5%), il 100% ha impianti solari fotovoltaici e il 75% solari termici ma è soprattutto l’utilizzo di più fonti che fa la differenza (in Abruzzo è il 76%, la media nazionale solo il 10%). Dati completamente assenti per quanto riguarda il rischio ambientale, tranne quello di edifici in prossimità di elettrodotti (è il 3,3% mentre il dato della media nazionale si attesta sul 2,7%) così come quelli sui monitoraggi su fonti di inquinamento importanti come amianto e antenne.

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