DISCARICA BUSSI: 19 IMPUTATI, TUTTI ASSOLTI PER AVVELENAMENTO ACQUE

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19 dicembre 2014 – Tutti assolti dal reato di avvelenamento perche’ il fatto non sussiste.

Reato di disastro ambientale derubricato in disastro colposo e quindi non dovrsi procedere per intervenuta prescrizione. E’ la sentenza emessa, oggi pomeriggio, dalla Corte d’Assise di Chieti, presieduta dal giudice Camillo Romandini (giudice a latere Paolo Di Geronimo), riguardante la mega discarica di Bussi.

I 19 imputati, sono quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison. I pm del tribunale di Pescara Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini avevano chiesto 18 condanne e un’assoluzione e pene da 4 a 12 anni e otto mesi. La scoperta della discarica piu’ grande d’Europa, cioe’ 25 ettari di rifiuti tossici, risale al 2007 dopo piu’ di un anno di indagini del Corpo forestale dello Stato, coordinate dall’allora pm Aldo Aceto, avviate a seguito del ritrovamento nel fiume Pescara di considerevoli quantita’ di clorometanoderivati.

D’Alfonso, attiveremo causa civile: “Ho appreso la notizia della sentenza riguardante il processo per il disastro ambientale di Bussi. Il fatto che sia stato riconosciuto il disastro colposo legittima l’iniziativa per la Regione di attivare una causa civile per il risarcimento dei danni da parte di chi ha ridotto le acque e le terre dell’Abruzzo in queste condizioni”. Questo il commento del governatore Luciano D’Alfonso.

Difesa, “grande soddisfazione”: “I giudici hanno ravvisato delle responsabilita’ per colpa e la difesa ritiene siano stati colti dalla Corte tanti spunti dai temi proposti. Esprimiamo quindi grande soddisfazione”. Lo ha dichiarato uno dei legali della difesa, l’avvocato Baccaredda. “Naturalmente – ha aggkiunto – leggeremo la motivazione della sentenza. C’erano tante aspettative da parte dell’opinione pubblica. La difesa sperava in maniera forte come erano state forti le nostre discussioni. E’ stata esclusa qualsiasi fattispecie con dolo”. Per l’avvocato Baccaredda “E’ una sentenza che ha tenuto conto che una fattispecie colposa ci poteva essere ed e’ del tutto diverso rispetto a quello che era stato costruito nel capo di imputazione del dottor Aceto”.

Legale Wwf, riflettere su prescrizione: “Il dispositivo e’ assolutamente netto nell’escludere un profilo di volonta’ sia per quanto riguarda l’avvelenamento sia per quanto riguarda il disastro. Non c’e’ volonta’ nell’azione degli imputati. Il dispositivo, pero’, apre un altro scenario per quanto riguarda il disastro: il disastro c’e’, non e’ un caso che ci sia ma c’e’ una responsabilita’ umana nella causazione tant’e’ che viene riqualificato in colposo, cioe’ afferisce ad un dato gestorio inadeguato delle strutture che naturalmente riguardavano la zona. Per questo capo di imputazione e’ intervenuta la prescrizione e questo deve indurci a rifletere”. Cosi’ l’avvocato Tommaso Navarra, legale del Wwf, parte civile nel processo Bussi, commento la sentenza emessa oggi dalla Corte d’Assise di Chieti, le cui motivazioni saranno rese note tra 40 giorni. “Non si e’ affermata la responsabilita’ perche’ – ha proseguito – come avviene purtroppo in Italia, anche di frequente, caso eternit insegna, il tempo per accertare e’ un tempo incompatibile per affermare la responsabilita’. Questo ci deve far riflettere, ma deve far riflettere anche il territorio e gli abruzzesi: dobbiamo essere piu’ vigili sul nostro territorio perche’ soltanto una presenza costante puo’ portare un accertamento immediato dei fenomeni gravi di inquinamento per non rimanere con il cerino acceso della bonifica. Questa struttura di sentenza apre un problema: chi inquina paga, se nessuno e’ responsabile chi paga comunque il disastro? La comunita’ abruzzese? Noi – ha infine commentato l’avvocato – dobbiamo essere piu’ presenti, piu’ incisivi nella fase iniziale di accertamento dei fatti”.

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