GASTRONOMIA: LA MINIGUIDA DELL’AQUILA DEL GAMBERO ROSSO

gambero_rosso_laquilaMiniguida dell’Aquila. La semplicità nel piatto e grandi materie prime di una città tenace.

da gamberorosso.it, 25.2.2015 – Nessuno di noi può restare indifferente alla tragedia che ha colpito il capoluogo abruzzese ormai sei anni fa. Eppure L’Aquila vuole vivere e risorgere dalla sue ceneri, più forte di prima, sfoderando la dignità di chi la abita, un grande patrimonio artistico da recuperare, il suo stretto legame con un territorio che è stato tanto crudele ma è anche così ricco di risorse. Come i prodotti della terra e le lavorazioni artigianali che l’Abruzzo riserva alla gastronomia locale, portando in tavola la semplicità di una tradizione culinaria contadina. Ecco tutti gli indirizzi del Gambero Rosso per trascorrere al meglio la visita in città.

Quando la geografia di una città cambia drasticamente volto, cosa succede alle sue radici più profonde? Passeggiando per le vie dell’Aquila – disorientati da rotte obbligate e trincee provvisorie, amareggiati per le difficoltà di una ricostruzione che sembra stentare fin troppo (seppur complessa) sotto i colpi di scandali e lungaggini burocratiche – la risposta è univoca e accorata: è una città martoriata quella che trova la forza di brillare, attaccata alla memoria di una cultura secolare, alla dignità dei suoi abitanti, alla condotta esemplare di quanti sono tornati a viverla, L’Aquila. Senza retorica, vittimismi e rimpianti.

LA VISITA ALLA CITTA’ OGGI

Certo, il primo pensiero che rischia di balenare nella mente di chi il capoluogo abruzzese l’ha conosciuto prima di quel 6 aprile 2009 – godendosi una passeggiata pomeridiana lungo il Corso fin troppo assolato o lasciandosi guidare dall’eco del calpestio in un vicolo defilato con gli occhi all’insù per catturare i dettagli delle belle facciate rinascimentali – è un sentimento di sconforto misto a mestizia. Da abbandonare immediatamente. Perché L’Aquila è una città che merita di essere visitata con gioia e curiosità, al pari di tante altre mete italiane. E il Comune ha saputo organizzare un efficiente piano di visita, segnalando percorsi e siti fruibili allo stato attuale, fino a quando la ricostruzione non sarà portata a termine, restituendo agibilità all’intero centro cittadino.

CITTA’ D’ARTE

C’è pur sempre bisogno di uno sforzo di immaginazione per ricostruire l’alternanza di chiese (gioielli dell’architettura romanica, culminata nel cantiere della basilica di Collemaggio, oggi chiusa per restauro), fontane e piazze che a partire dal XIII diedero lustro alla città, fondata nella conca circondata dalle catene del Sirente Velino e del Gran Sasso, a 720 metri d’altezza. E allo stesso periodo risale una delle attrattive più visitate, la Fontana delle 99 Cannelle. Anche se il volto più noto dell’Aquila si deve ai rifacimenti cinque-seicenteschi.
Oggi si passeggia tra la Villa Comunale e Piazza Duomo – sede del vivace mercato cittadino fino al giorno del sisma – per spingersi fino a ciò che resta della chiesa di San Bernardino da Siena; si visita il Parco del Castello, ammirando dall’esterno la Fortezza Cinquecentesca, e si gode delle 99 Cannelle completamente restaurate.

LA TRADIZIONE GASTRONOMICA

Ma la speranza della città che vive, sostenuta dal suo rapporto con il territorio circostante, è riposta anche nell’attaccamento all’importante tradizione gastronomica che esalta le materie prime locali, dallo zafferano alla produzione casearia, dai salumi alla carne di agnello, ai grandi vini abruzzesi (Montepulciano d’Abruzzo e Trebbiano in testa). Senza dimenticare la pasticceria tradizionale, frutto di ricette antiche e grande manualità. Perché la forza della cucina aquilana sta nella sua semplicità e nelle origini contadine di molti piatti: i maccheroni alla chitarra che non mancano sulla tavola della domenica, le minestre di legumi con la pasta acqua e farina e la zuppa di cardi, l’agnello cace e ove e il maiale allo spiedo, i torroni (con miele e mandorle o tenero al cioccolato con nocciole).
Ecco tutti i consigli del Gambero Rosso per apprezzare l’enogastronomia locale premiando il coraggio di chi continua a fare ristorazione di qualità nel presente dell’Aquila.

CONSIGLI DALLA GUIDA RISTORANTI D’ITALIA 2015 (comprala qui)
Elodia: Due forchette per questo relais gestito dai fratelli Moscardi in frazione Camarda, ricostruito con tenacia dopo il sisma per preservare quarant’anni di attività. Le grandi vetrate consentono una vista splendida nel parco circostante, in pieno relax. E in più una cucina d’autore d’alto livello che beneficia della mano femminile, con piatti equilibrati nei sapori. Ottimo il cestino del pane e la piccola pasticceria, ricca la carta dei vini e tanti menu degustazione (anche vegetariano).

Magione Papale: Ancora un relais, ancora due forchette per questo antico mulino ristrutturato circondato da un parco. La cucina è il regno di William Zonfa che guida uno staff giovane e entusiasta. Il resto lo fanno gli ingredienti del territorio, la tecnica e l’estro dello chef. Bonus per i dolci come Pompelmo, cioccolato e camomilla o il Cannolo croccante di ricotta con lampone, zafferano e sorbetto al nocino.

CONSIGLI DALLA GUIDA PIZZERIE D’ITALIA (comprala qui)
Percorsi di gusto: Ci voleva la forza di Marzia Buzzanca, quasi un emblema dell’Aquila che non molla, per confezionare il successo di un’insegna che presidia il centro cittadino facendosi ricordare per la gustosa pizza gourmet (oltre che per alcuni piatti della tradizione ben eseguiti). Lievito madre, 32 ore di lievitazione, temperature controllate e spianatura in teglia per un impasto alto ma croccante, soffice e leggero all’interno arricchito dalla qualità dei prodotti locali.

CONSIGLI DALLA GUIDA PASTICCERI&PASTICCERIE 2015 (comprala qui)
Dolciumeria Manù: Antiche ricette arricchite dalla qualità delle materie prime, una consolidata tradizione dolciaria, paste fresche sfornate ogni giorno, anche la domenica. È un trionfo di pesche, gateaux, bigné questa pasticceria celebre per i suoi semifreddi e le sue creme. Indirizzo sicuro anche per acquistare i dolci della tradizione.

CONSIGLI DALLA GUIDA BAR D’ITALIA 2015 (comprala qui)
Bar del Corso: In pieno centro resiste l’insegna che è stata luogo di ritrovo della città per molti anni. Ottimo e cremoso il caffè, cornetti in arrivo da un antico forno artigianale e piacevole l’appuntamento con l’aperitivo. Una buona selezione di distillati e alcolici.

Il Chiosco della Fenice: Risorge dalle ceneri del terremoto il bar di Maurizio De Luca, che ha spostato la sua attività nel verde di Parco del Castello, ritrovo per tutta la famiglia, tra un buon caffè, una brioche, un gelato e una crostatina alla frutta. Ottimo l’aperitivo con un buon calice di vino o un cocktail accompagnati da pane e pizza, salumi, formaggi e crostini caldi.

Gran Caffè dell’Aquila – La Piazzetta Gelateria: Indirizzo molto valido per il caffè e una variegata offerta dolce e salata, la nota di merito spetta senza dubbio al gelato artigianale di Stefano Biasini, che declina i prodotti del territorio in gusti convincenti e golosi, come la genziana, il torrone aquilano o lo zafferano.

CONSIGLI DALLA GUIDA GRANDI SALUMI (comprala qui)
De Paulis: In località Paganica, la bottega Antichi Sapori del Gran Sasso è il punto vendita del laboratorio De Paulis, attivo dal 1924 nella lavorazione (manuale e solo nei mesi freddi, senza additivi) del maiale. La stagionatura dei salumi viene effettuata ancora in cantine naturali arieggiate (“alla serena”) e le carni sono quelle di allevatori della zona. Dal 2013 si è aggiunta la lavorazione del suino nero calabrese.

a cura di Livia Montagnoli
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