L’ONCOLOGO “SÌ AGLI ARROSTICINI, MA CON MODERAZIONE”

arrosticinida Il Centro, 28.10.2015 – […] «Mangiare gli arrosticini si può. Non succede niente, se si assumono in quantità adeguata una o due volte a settimana». Nessun allarme, dunque, sui tipici spiedini abruzzesi, realizzati con carne di ovino, ma il consumo deve avvenire in maniera «corretta». Marco Lombardo, coordinatore regionale della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori), salva il piatto tipici abruzzese ma invita alla moderazione.

Lombardo specifica che è stata creata una «grande confusione tra carne rossa, insaccati e carne manipolata e tra uso continuativo e saltuario. Non è certo», spiega, «che la carne rossa sia responsabile del cancro del colon retto ma potenzialmente rappresenta una condizione di rischio. La carne insaccata e manipolata, invece, può generare sicuramente un rischio oncologico. L’Oms ci ha detto che la carne insaccata e manipolata è pericolosa se l’uso è continuativo perché può aumentare il numero di tumori del colon retto del 18 per cento. Un dato di cui noi oncologi eravamo, peraltro, già a conoscenza. Non bisogna assimilare, dunque, le carni rosse con quelle insaccate, che peraltro vengono manipolate con l’aggiunta di conservanti tossici. E poi bisogna sempre ricordare», sottolinea sempre Lombardo, che va seguita una «dieta ricca di vegetali, verdura e frutta, condita con olio».

È importante tenere a mente che «l’alternanza nell’alimentazione blocca gli effetti negativi di una dieta seguita in maniera poco corretta.

Il discorso, cioè, è che tutto è veleno e niente è veleno se si riesce ad alternare il consumo di alimenti, per cui con una dieta diversificata si può compensare il danno di una qualsiasi sostanza con il beneficio di altre». La dieta mediterranea appare la più indicata, fa notare il coordinatore della Lilt, «e d’altronde ce la copiano da tutto il mondo».

Tornando agli arrosticini, che rientrano tra le carni rosse, Lombardo si limita a sconsigliare «le gare, tipiche tra i ragazzi, finalizzate a scoprire chi ne mangia di più» e comunque non fissa un limite massimo di spiedini da consumare, ma invita a «cuocerli bene» e ad usare «il buon senso» quando ci si siede a tavola.

Un dettaglio di non poco conto riguarda la cottura. «Va evitato», osserva Lombardo, «il contatto diretto tra il fuoco e la carne» e davanti ai fornelli non si deve mai dimenticare che «la cottura violenta determina la denaturazione delle proteine».

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