TERREMOTO AMATRICE: BECCATI 120 ‘FURBETTI’, AVEVANO SPOSTATO LA RESIDENZA PER I CONTRIBUTI

Non terremotati, ma sciacalli. 120 persone sono indagate dalla Procura di Rieti perché avrebbero incassato il Contributo di Autonoma Sistemazione (Cas) senza averne diritto.

Si tratta per lo più di romani che, nei luoghi del terremoto, possiedono una seconda o terza casa. Secondo gli inquirenti, gli indagati hanno spostato la residenza da Roma ad Amatrice o ad Accumoli per intascare i soldi che la Protezione Civile eroga a favore dei residenti nei Comuni devastati dal terremoto affinché provvedano a una sistemazione alternativa. Il Procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva ha detto che l’indagine è vicina alla chiusura.

Nei confronti di chi ha effettuato il cambio “sospetto” di residenza potrebbero scattare le accuse di truffa e falso. Gli inquirenti hanno riscontrato molte anomalie nelle domande di accesso all’indennità economica, che oscilla da 400 euro al mese, per i nuclei familiari composti da una sola persona, a 900 per le famiglie numerose. L’indagine è stata condotta con l’aiuto dei sindaci dei Comuni colpiti dal sisma che hanno il compito di controllare la veridicità delle autocertificazioni presentate dai cittadini e finalizzate all’erogazione del Cas.

Per accedere al contributo è necessario abitare in modo stabile nella zona colpita ed essere stati costretti ad abbandonare il proprio alloggio a causa del terremoto. Come si legge sul sito del Dpc, “possono far richiesta del Cas i singoli o le famiglie la cui abitazione si trova in area in cui è vietato l’accesso (zona rossa), oppure è stata distrutta in tutto o in parte, o è stata sgomberata“. Per l’accesso al contributo è necessario aver “provveduto autonomamente a trovare un alloggio alternativo senza carattere di stabilità”. Hanno diritto al Cas anche le persone che dimoravano abitualmente in una casa andata distrutta o inagibile. “A tale scopo il cittadino deve presentare adeguata documentazione: contratto di lavoro, contratto di affitto, intestazione di utenze” si legge sempre sul sito del Dipartimento.

Avvisi di conclusione indagini che preludono alla richiesta di rinvio a giudizio sono già giunti per il crollo del campanile di Accumoli, che sterminò una famiglia, e per la caduta di due edifici di case popolari in piazza Sagnotti ad Amatrice (18 morti e 3 feriti). “Abbiamo individuato responsabilità costruttive e di scelta dei materiali“, ha detto Saieva. Su una terza palazzina Ater è in corso la chiusura indagini.

(fonte: Messaggero, Dipartimento Protezione Civile)