«PRESSOCHÈ IGNUDA», L’AQUILA TERREMOTATA VISTA DA PAOLO PORTO

PressocheIgnuda1Il progetto propone lo sguardo del fotografo Paolo Porto sulla sua città, L’Aquila, a cinque anni dal terremoto. L’autore, attraverso il corpo e il movimento, porta un nuovo vivere all’interno dei luoghi e degli spazi, in cui sono annullate le abitudini e le azioni. Tramite il coinvolgimento di danzatrici e performer, fornisce una nuova interpretazione degli edifici presenti nel centro storico dell’Aquila, danneggiati e interdetti allo sguardo del visitatore, alcuni anche precedentemente al sisma del 2009.

Corpi simbolici e reali che si muovono tra le rovine; ad esempio, le medioevali piazze San Domenico e San Pietro sono le quinte in cui le evoluzioni performative disegnano un percorso immaginario ambientato in uno spazio ormai disabituato ai movimenti umani. Un omaggio ai secoli trascorsi in cui le piazze hanno rappresentato un luogo centrale per i cittadini; un tentativo di rievocare funzioni sociali.

Paolo Porto si pone l’obiettivo di attrarre nuovamente l’attenzione sulla città dell’Aquila e sui suoi molti e magnifici edifici del centro storico.

PressocheIgnuda2Dall’esperienza di fotografo di danza e teatro, maturata negli anni, l’autore pone le basi sulle quali struttura il progetto: inserire i movimenti di danza all’interno delle architetture dei palazzi storici e di pregio della città, che siano abitazioni private, edifici ecclesiastici o sedi istituzionali. Si tratta di un ribaltamento di prospettive tra l’uomo e le sue strutture. La forza del movimento sostiene ed è compresa dalle strutture metalliche, dalle macerie e dalla bellezza del ricordo, portando alla creazione di nuovi incredibili immaginari.Architettura, performance e fotografia, unendosi,realizzano una mimesi capace di creare nuovi sguardi sulle bellezze sfregiate del centro storico. Il “palazzo”, non più emblema di decadenza e abbandono, è riscattato nella sua originaria bellezza dalla grazia dei corpi performanti, che con la fotografia restituiscono una funzione agli elementi architettonici.

Nessuna delle foto è stata elaborata in post produzione e tutte rimangono fedeli all’inquadratura originaria.

Il fine del progetto è di poter realizzare un volume fotografico che presenti il lavoro dell’autore, accompagnato da un piccolo numero di testi critici di ambiti differenti.

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