Tasse, autonoma sistemazione e scudo fiscale: vergogne italiane

100 MILIARDI di Euro. E’ la prima parte del bottino dello scudo fiscale, la sanatoria di stato che consente di rimpatriare i capitali esportati illegalmente e frutto di evasione pagando un misero 5 per cento. E’ quello che si richiede ai tanti e facoltosi furbi, che hanno pensato bene di non pagare le tasse in Italia, di portare all’estero i loro soldi (onestamente o meno guadagnati), e che ora possono tranquillamente riportarli in Italia pagando un piccolo obolo. Soltanto con le tasse evase da questi signori, si potrebbe ricostruire 3 volte L’Aquila in pochissimi anni, e non sperare di rivederla di nuovo fra 20 o 30 anni.

E nel frattempo gli aquilani, che hanno subito un terremoto devastante, con una citta’ irriconoscibile, attivita’ ferme da 8 mesi, ed un futuro completamente incerto, devono quasi vergognarsi e supplicare per posticipare il pagamento delle tasse, con la riduzione del 60% ed un adeguato periodo per il rimborso, quanto fatto peraltro nei più recenti e vicini terremoti.

Una VERGOGNA ITALIANA.

Così come una vergogna italiana sono i tempi di attesa per chi, in autonoma sistemazione, non solo ha consentito risparmi enormi allo stato italiano, ma deve attendere mesi per ottenere i pagamenti a cui ha diritto. La notizia di oggi, fornita dal Sindaco Massimo Cialente: “All’inizio della prossima settimana mi verranno accreditati 21 milioni di euro con cui potremo pagare il conguaglio di agosto e il periodo settembre-ottobre per l’autonoma sistemazione”. ”La ragioneria di Stato – ha spiegato meglio – aveva gia’ chiuso, i soldi non c’erano, ma sono stati trovati grazie all’impegno della Protezione civile nelle persone di Bertolaso e Borrelli. Per quanto riguarda il periodo di novembre – ha aggiunto Cialente – il Comune cerchera’ di anticipare i soldi. Dal momento che dal primo gennaio riapre la ragioneria di Stato, prevediamo di avere i fondi entro il 15 gennaio e di pagare mensilmente l’autonoma sistemazione.”

Però  possiamo consolarci, sapendo che mentre dovremo continuare a lottare nei prossimi anni o decenni, per ottenere i finanziamenti necessari alla ricostruzione della citta’, da qualche parte in Italia ci sara’ qualcuno che, guidando la sua auto da 300.000 euro, o armeggiando il suo yacht di 30 metri, ci ringraziera’ insieme a tanti altri italiani, che con la loro onesta’ continuano a rimpinguare le casse di questo stato in cui vivono (o sopravvivono).