L’Aquila: anche “Scudo Umano”, ma per il futuro della città

Per “Il Giornale”,  siamo scudi umani della sinistra. Invece siamo solo stanchi di bugie, menzogne, affaristi senza coscienza, notizie ridotte ad un gossip televisivo di mignotte e zoccole. La misura e’ quasi colma, la citta’ e’ lì che aspetta inerme e, se dobbiamo essere scudi umani per darle una speranza, ebbene si, in molti siamo pronti ad esserlo. Perché al futuro della citta’ e’ legato il futuro di tanti suoi cittadini.

Ieri, 21 febbraio 2010, a L’Aquila e’ successo qualcosa di straordinario. Oltre un migliaio di cittadini, uomini, donne, di qualsiasi eta’, con il solo TAM TAM avviato su Facebook si sono di nuovo radunati per entrare nella zona rossa, interdetta anche per poter rivedere le proprie abitazioni e verificare lo stato delle stesse. Perché vedete, nonostante quanto si voglia far credere, il centro storico dell’Aquila non e’ “raso al suolo”. I danni sono rilevanti ma con una fase di emergenza e ricostruzione gestita diversamente da quanto fatto ad oggi, e con finanziamenti sufficienti, L’Aquila potrebbe tornare a vivere in pochi anni. E’ quello che molti aquilani iniziano a comprendere, finito il limbo dell’informazione mediatica controllata, dalla Protezione Civile e dalla maggior parte dei media nazionali.
Riccardo Iacona nella trasmissione PresaDiretta del 21 febbraio, dedicata alla Ricostruzione, con chiarezza espositiva e dati alla mano ha mostrato, a chi ha ancora orecchie per ascoltare, la triste realta’ della citta’. I molti mesi passati in tendopoli, la creazione a tavolino di 19 new town , economicamente ingestibili dal comune e devastanti nella socialita’ e negli affetti, gli enormi costi delle famose C.A.S.E. di Berlusconi ed il paragone con soluzioni ugualmente efficienti (le casette di legno di Onna), costate meno della meta’ e con il “rispetto” degli affetti delle comunita’ preesistenti. Perché la Ricostruzione deve essere anche sociale,  non solo abitativa.
Gli scandali di questi giorni sui vertici della Protezione Civile, sulla gestione degli appalti in emergenza, senza controllo alcuno, con spese gonfiate ed obiettivi non raggiunti dovrebbero far riflettere, anche se la magistratura ben poco potra’ se non in grado di scoprire un progetto creato ad hoc per gonfiare costi e profitti,  con danno economico allo stato italiano. Riccardo Iacona ha fornito un resoconto indiscutibile sui dati degli sfollati,  sui disagi ancora esistenti e sulla mancanza di alloggi temporanei. Con una ricostruzione praticamente ferma a causa della burocrazia creata ad arte, che intende nascondere la mancanza di soldi stanziati, molti dei quali provenienti dalla comunita’ europea e dalla grande solidarieta’ degli italiani (e non solo).
E’ questo il contorno ed il clima in cui si inquadra la manifestazione del 21 febbraio, in cui un sindaco (Massimo Cialente) da molti criticato, e giustamente, per le scelte passate, per non essere stato in grado di opporsi alle scelte di Bertolaso, per non aver cercato prima l’appoggio della cittadinanza, ha però accettato un confronto diretto, anche aspro con gli aquilani. Che in una piazza riaperta temporaneamente hanno risposto con una capacita’ democratica e di dialogo che ti fanno capire che oltre 60 anni di democrazia, in fondo in fondo, a qualcosa siano serviti.
Un sindaco, di centro-sinistra, contro il quale i primi a scagliarsi sono forse proprio i suoi elettori. Un sindaco ed un presidente della Provincia non invitati ma che molti aspettavano di vedere. Perché e’ così a volte che si trovano le soluzioni migliori o si possono comprendere le esigenze primarie, non rintanandosi sempre in stanze chiuse. Mancavano esponenti del centro-destra, ma avrebbero avuto la stessa accoglienza, se in grado di accettare un dialogo costruttivo e le critiche anche feroci.
Ma di tutto questo, di questo “sale” democratico di cui l’Italia ha proprio bisogno, oggi un giornale importante, “Il Giornale” per la precisione, ne approfitta per mostrare gli aquilani come sciocchi cittadini manipolati dalla sinistra ed usati come scudi umani: “Fallito l’assalto con le escort, caduto nel ridicolo quello con la mafia, ora ci provano mandando in prima linea i terremotati dell’Aquila, scudi umani di una battaglia politica che non conosce più regole né etica.”, le parole usate.
No, con questo articolo intendo rassicurare Il Giornale ed i tanti lettori che ha,  se avranno modo di leggerlo. Molti aquilani avranno una mentalita’ provinciale, un’indole mite e gentile, ma non sono così facilmente manipolabili, nemmeno da parte di chi li rappresenta o hanno votato. In tanti sono soltanto stanchi di bugie, menzogne, affaristi senza coscienza, notizie ridotte ad un gossip televisivo di mignotte e zoccole. La misura e’ quasi colma, la citta’ e’ lì che aspetta inerme e, se dobbiamo essere scudi umani per darle una speranza, ebbene si, in molti siamo pronti ad esserlo.
Per la citta’, per il nostro futuro, anche se compromesso in parte dalle scelte  poco sensate degli ultimi 10 mesi. Non per un politico, né per assecondare una qualsiasi fazione politica.
21 febbraio 2010, “L’Aquila s’e’ desta”, una speranza, un auspicio, nella camomilla informativa italiana.