Roma. Ospedale a rischio sismico, ristrutturato dalla Protezione Civile

Da L’Espresso, di Fabrizio Gatti
Gestita da Bertolaso con Balducci e Anemone la ristrutturazione dello Spallanzani. Dimenticate le norme anti-sismiche. Eppure lì si conservano anche germi letali. In edicola da venerdì

Lo scenario e’ da film di fantascienza. Laboratori a chiusura ermetica. Corridoi sorvegliati da telecamere. Rilevatori di impronte digitali. Cartelli che avvertono dell’alto pericolo di contaminazione. Eccoci nel cuore segreto dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, centro di riferimento italiano per le nuove epidemie, la coltivazione di virus letali e le misure contro il bioterrorismo.
Eccolo in cima alla collina di tufo, al 292 di via Portuense, sull’affollata periferia occidentale di Roma. Solo che per raccontare questa nuova trama firmata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso, e dal suo fedele soggetto attuatore, Angelo Balducci, non basterebbero i migliori registi del cinema catastrofico. Ci vorrebbe Alberto Sordi. Perché e’ una storia da comici. Come se fosse il colmo dei colmi: il capo della Protezione civile e il suo ufficio di commissario hanno fatto ristrutturare parte dell’istituto Spallanzani senza rispettare le norme antisismiche. Un requisito obbligatorio trattandosi di una struttura ospedaliera, strategica e ad alto rischio.

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‘L’espresso’, ripercorrendo il filo del primo grande appalto gestito dal partito del fare e disfare, ha scoperto altre violazioni. Buona parte degli edifici vengono infatti usati da più di cinque anni senza che sia mai stato consegnato il verbale di collaudo definitivo sulle opere in cemento armato. E senza la valutazione più generale di collaudo tecnico e amministrativo sugli impianti, sulle procedure eseguite e sulle spese fatturate durante i lavori. Si ritrovano in questa condizione: il tunnel sotterraneo ad alto isolamento che collega i laboratori di coltivazione e studio sui virus tra i padiglioni Del Vecchio e Baglivi, e la palazzina della direzione generale dell’Azienda regionale emergenza sanitaria che coordina il 118 nella capitale, alla quale mancano addirittura alcune delle prescrizioni previste dal progetto di adeguamento sismico firmato da Franco Braga, professore di tecnica delle costruzioni all’Universita’ La Sapienza di Roma. E, secondo l’istituto Spallanzani, e’ tuttora senza verbale di collaudo, dopo la ristrutturazione progettata nel 1997 e conclusa una decina di anni fa, perfino il padiglione Del Vecchio che contiene i laboratori a più alto rischio di contaminazione. Ma in questo appalto il capo della Protezione civile non c’entra. Proprio al Del Vecchio, al primo piano della palazzina costruita tra il 1928 e il 1935, l’istituto ha allestito un centro di ricerca di livello di biosicurezza 4 (Bsl4), il massimo nel protocollo di pericolo. L’unico in Italia, uno tra i pochi al mondo.

Grazie alla realizzazione dei laboratori di livello 4 e 3 nell’istituto Spallanzani, il 17 aprile 2003, un mese dopo l’attacco guidato dagli Usa in Iraq, il governo di Silvio Berlusconi firma con l’amministrazione di George W. Bush un accordo di collaborazione per le ricerche nel campo dell’oncologia, delle malattie rare e del bioterrorismo. In quei giorni sembra probabile una risposta di Al Qaeda. E i governi spendono decine di milioni per sostenere nuovi studi. Sfruttano gli allarmi che via via si gonfiano e sgonfiano: dalla Sars all’influenza aviaria. Così fa il premier Berlusconi, che per il piano di emergenza Sars-bioterrorismo proprio nella primavera 2003 assegna la carica di commissario delegato a Bertolaso. Che a sua volta affida l’incarico di soggetto attuatore al solito Balducci. Che, tra le imprese che vincono, consegna la parte più ricca dei contratti alla famiglia Anemone. È l’esordio della banda degli affari urgenti. Esattamente come succedera’ per i cantieri del G8 alla Maddalena, per i Mondiali di nuoto 2009 e per tanti altri appalti. La stessa rete per la quale Bertolaso, 60 anni, indagato per corruzione, e’ stato interrogato qualche giorno fa dalla Procura di Perugia. E per la quale Balducci, 62 anni, Diego Anemone, 39, con altri imprenditori e funzionari pubblici sono in carcere dal 10 febbraio.

Lo Spallanzani spiega a ‘L’espresso’ che per gli appalti gestiti dal duo Bertolaso-Balducci i documenti in suo possesso sono tre “verbali di consegna provvisoria” per altrettanti lotti: due riguardano il padiglione della direzione generale dell’azienda del 118, il terzo si riferisce al tunnel tra i padiglioni dei laboratori Bsl4 e 3. “Il sottoscritto direttore dei lavori ha espresso il proprio assenso alla consegna… nelle more dell’espletamento delle procedure di rito e delle operazioni di collaudo”, si legge nei tre documenti firmati da Bentivoglio su carta intestata del ministero delle Infrastrutture. Delle operazioni di collaudo l’ufficio tecnico dello Spallanzani sostiene però di non avere mai avuto traccia. L’unico documento che si avvicina e’ il “verbale di collaudo statico provvisorio” di una delle opere: due paginette e mezzo in cui Bentivoglio e l’ingegnere-collaudatore Luigi Abate sostengono che le “strutture appaiono eseguite in conformita’ al progetto”. Scrivono “appaiono”, non “sono”. E nemmeno l’accademico “si collauda”. Un verbale di collaudo di solito ripercorre e verifica i calcoli dei progettisti. Riporta i risultati delle prove di laboratorio sui prelievi di calcestruzzo. La legge 1086 del 1971 sul cemento armato non contempla la consegna di documenti provvisori.

Non si spiega nemmeno la data scritta sul progetto di adeguamento sismico: 11 maggio 2005. Nome e timbro sono di Franco Braga, ordinario di tecnica delle costruzioni alla Sapienza. Lo studio riguarda il padiglione che ospita la direzione generale del 118. Ed e’ stampato su carta intestata della presidenza del Consiglio – dipartimento della Protezione civile. Il “verbale di consegna provvisoria” firmato da Bentivoglio certifica che la palazzina viene data allo Spallanzani completa e funzionante il 22 dicembre 2004. Braga deposita il suo lavoro cinque mesi dopo. Ma se l’opera e’ gia’ terminata, consegnata e in uso, come fanno i muratori a inserire le prescrizioni dell’adeguamento sismico? Braga chiede di incamiciare alcune delle pareti tramite muri di rinforzo di cemento armato. E anche di realizzare strutture di sostegno per le pesanti tettoie di cemento che coprono gli ingressi centrale e laterale: vanno puntellate con pali e tiranti in acciaio. Secondo i modelli di calcolo, in caso di scosse, quelle coperture potrebbero crollare sulle uniche vie di fuga. Tettoie identiche e senza sostegni sovrastano anche le uscite dei padiglioni Del Vecchio e Baglivi. Basta venire allo Spallanzani e vedere. I rinforzi antisismici prescritti dal professor Braga, almeno quelli esterni progettati sopra e sotto le tettoie, non ci sono. Non sono mai stati realizzati. Eppure l’affidamento dell’appalto chiedeva proprio la “messa in sicurezza dell’edificio”. Il capo della Protezione civile in persona o il suo staff hanno violato l’ordinanza 3274 di Berlusconi che dal 2003 impone l’adeguamento antisismico agli edifici di interesse strategico. Come ospedali, presidi sanitari e ambulatori. Scaduto nel 2008 anche il termine dei 5 anni per adeguarsi. Dunque, come ha potuto il ministero della Salute autorizzare i laboratori di massima sicurezza Bsl4 se ancora mancano i collaudi?

L’ultima storia va raccontata dalla cima della collina di tufo, dal bordo del dirupo che si affaccia sulla ferrovia Roma-Fiumicino. Si gira intorno allo sbarramento che blocca un viale chiuso per cedimento proprio in mezzo ai padiglioni con i laboratori di massima sicurezza. Lì davanti la grande incompiuta domina via Portuense. È l’ospedale per malati infettivi da 20 posti ad alto isolamento. Trenta milioni di costo, raccontano, tra modifiche e perizie di variante.

Una variante per indagini geotecniche “relative alla presenza di cavita’ sotterranee” in questa collina colabrodo viene affidata alla Medea: e’ l’impresa di cui e’ direttore tecnico e socio Mauro Della Giovampaola, 44 anni, poi passato alla presidenza del Consiglio e arrestato il 10 febbraio con Balducci. L’altro socio di Medea e’ Vanessa Pascucci, 39 anni, moglie di Diego Anemone. Per l’appalto del superospedale nel 2003 Balducci invita un imprenditore ancora sconosciuto, Dino Anemone, classe 1947, il padre di Diego. Dino e’ a capo di una piccola impresa edile in nome collettivo, l’Anemone snc, certificata per i lavori pubblici da una societa’ marchigiana di San Benedetto del Tronto, la Tecnosoa di cui e’ socio l’ex parlamentare di Rifondazione, Italo Cocci. La Anemone Snc però non dovrebbe partecipare a un appalto di Stato per una struttura segretata.

In quei mesi Dino Anemone e’ sotto inchiesta per associazione a delinquere. La Procura di Roma lo vuole arrestare. È in contatto con Piero Canale, 56 anni, rappresentante a Roma del Consorzio Centro Italia e del clan Rinzivillo di Gela, affiliato a Bernardo Provenzano. Li intercettano mentre discutono di appalti nelle carceri. Anemone esce dalle indagini nel maggio 2004 con una sentenza di non luogo a procedere. Canale patteggia due anni per associazione mafiosa. Il superospedale di Anemone, in cima alla collina, oggi non e’ ancora completato. L’ultima sorpresa sono le porte. Le hanno fatte troppo strette, rivela l’istituto: le barelle ad alto isolamento e i medici con gli scafandri non ci passano. Bertolaso comunque non bada ai risultati. A Palazzo Chigi presenta il conto della commedia Spallanzani e allarme Sars. E si mette in tasca un compenso mensile del 3,75 per cento calcolato sul suo trattamento economico complessivo: quello di supercapo della Protezione civile, di supercommissario e di difensore degli italiani dai virus del bioterrorismo.