L’Aquila: inchiesta su puntellamenti truffa

Fatture gonfiate, giunti nei ponteggi messi in eccesso allo scopo di ottenere più soldi dalle amministrazioni. Sarebbe questa la base dell’inchiesta sui puntellamenti truffa partita da Calascio e Santo Stefano (coinvolta una ditta umbra) e allargatasi verso L’Aquila. Secondo il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, il legale rappresentante della ditta indagata avrebbe messo in atto una serie di «artifici e raggiri consistiti nell’eseguire le opere di messa in sicurezza degli edifici siti nei Comuni di Calascio e Santo Stefano di Sessanio». Il pm, che ipotizza, a carico dell’indagato, un tentativo di truffa aggravata, sostiene che l’imprenditore ha agito sugli immobili «posizionandovi un numero di giunti eccessivo rispetto a quello necessario per garantire la corretta esecuzione delle opere e la funzionalita’ del puntellamento».
La Procura ha disposto il sequestro dei due immobili, sui quali verranno effettuati una serie di riscontri tecnici volti ad accertare la sussistenza delle ipotesi di reato. In particolare, saranno i periti a stabilire la congruita’ degli interventi tecnici effettuati dall’impresa finita nel mirino.
Dalla lista delle ditte beneficiate dei lavori di puntellamento a L’Aquila, sono spuntati fuori anche i lavori affidati, con soldi pubblici, al consorzio Federico II, nato dall’unione tra imprese aquilane (capofila Ettore Barattelli) e la Btp degli indagati Fusi e Di Nardo coinvolti nell’inchiesta su appalti e Grandi eventi.