Qualche giorno fa Giovanna Iurato si e’ presentata alla stampa chiedendo fiducia ed avendo fornito le necessarie spiegazioni nelle sedi competenti (si veda l’articolo Nuovo sondaggio: “Il prefetto deve dare altre informazioni sulla presenza nella lista Anemone”). Di questi giorni, una nuova indagine per la quale il prefetto dell’Aquila e’ chiamata a dare spiegazioni.
Articolo da Il Corriere della Sera del 29 maggio 2010, di Fiorenza Sarzanini
Appalti, soldi e il marito del prefetto
Sono almeno sei le societa’ collegate a Finmeccanica che avrebbero gestito gli appalti serviti ad occultare riserve di fondi neri. L’indagine avviata dai magistrati romani si intreccia con quella dei pubblici ministeri napoletani che ha gia’ svelato la rete di contatti attivata per l’assegnazione delle commesse. E punta in particolare su due aziende: la Selex, amministrata dall’ingegner Marina Grossi, moglie dell’amministratore delegato della holding Pierfrancesco Guarguaglini; e la Elsag datamat, specializzata nei sistemi informatici. Mentre nella capitale ci si concentra sui conti esteri, da Napoli partono gli avvisi a comparire per le persone che hanno seguito la procedura di aggiudicazione delle gare. Tra loro spicca il nome del nuovo prefetto dell’Aquila Giovanna Iurato, fino a qualche settimana fa direttore del reparto tecnico-logistico del ministero dell’Interno, che si e’ insediata tre giorni fa. Il provvedimento le e’ stato notificato nei giorni scorsi e il suo interrogatorio e’ stato fissato per lunedì mattina. L’alto funzionario del Viminale dovra’ chiarire le procedure seguite per la realizzazione del CEN, il centro elettronico nazionale del capoluogo partenopeo della polizia di Stato. La societa’ affidataria e’ proprio la Elsag datamat, scelta anche per gestire i sistemi informatici durante il G8 che si e’ svolto proprio in Abruzzo la scorsa estate.
Iurato dovra’ spiegare i criteri per la designazione, soprattutto tenendo conto che uno dei dirigenti dell’azienda e’ il suo attuale marito. L’intreccio di interessi ha insospettito gli inquirenti e rischia di rivelarsi il secondo infortunio nella carriera del prefetto, la cui nomina era stata bloccata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri quando si e’ scoperto che il suo appartamento era inserito nella cosiddetta «lista Anemone», l’elenco dei lavori di ristrutturazione compiuti dalle aziende che fanno capo a Diego Anemone, l’imprenditore accusato di far parte della «cricca» che ha ottenuto numerosi appalti per i «Grandi Eventi». L’attenzione dei magistrati romani si concentra sulle fatture emesse da alcune imprese controllate da Finmeccanica — prima fra tutte proprio Selex — per la fornitura di apparecchiature di alta tecnologia.
Il sospetto e’ che in alcuni casi siano state emesse senza ottenere contropartita, oppure per cifre molto al di sopra dei prezzi di mercato. Il sistema avrebbe consentito l’accantonamento di provviste occulte poi spostate su conti correnti all’estero. Gli accertamenti riguardano svariati depositi e si parla di trasferimenti di denaro per centinaia di milioni di euro. Soldi utilizzati soprattutto per favorire Finmeccanica nell’aggiudicazione di commesse all’estero. Lo spunto per l’avvio delle verifiche e’ arrivato quando si e’ scoperto che Gennaro Mokbel — il faccendiere arrestato con l’accusa di aver organizzato un’associazione a delinquere finalizzata, tra l’altro, al riciclaggio — aveva versato otto milioni di euro per l’acquisto della societa’ Digint. Nelle conversazioni intercettate si faceva riferimento proprio ai possibili affari da concludere con Finmeccanica e al ruolo di Lorenzo Cola che di Guarguaglini era uno dei collaboratori più stretti.
L’accertamento effettuato attraverso le rogatorie internazionali avrebbe poi consentito di individuare le tracce dei depositi bancari che fanno capo al colosso specializzato nei sistemi di Difesa e negli armamenti, oltre alla tecnologia aeronautica di cui e’ uno dei leader mondiali. Quel denaro si sarebbe quindi rilevato soltanto una parte della provvista portata fuori dai confini. Ora si va avanti. Ai carabinieri del Ros e ai reparti specializzati della Guardia di Finanza sono stati affidati nuovi controlli sulla documentazione contabile e sui flussi dei finanziamenti ottenuti negli ultimi anni. Un fiume di soldi che potrebbe portare a nuove scoperte, mettendo nell’angolo l’attuale dirigenza, oltre ai manager e ai consulenti che negli ultimi anni si sono occupati degli affari più grossi.