Davanti al pm Fabio Picuti e gli avvocati di fiducia, sono stati ascoltati stamane i primi due indagati nell’ambito del filone della maxi-inchiesta sui crolli relativo al mancato allarme da parte della Commissione grandi rischi. Si tratta di Enzo Boschi, il presidente dell’Ingv e del professore Claudio Eva, ordinario di fisica terrestre dell’Universita’ di Genova. Per entrambi si e’ trattato di un interrogatorio “fiume” dopo aver chiesto di essere loro stessi ascoltati. Nelle tre ore di interrogatorio durato per ognuno, gli indagati hanno ribattuto punto per punto alle accuse mosse dalla Procura che contesta loro che “la valutazione dei rischi sismici fu approssimativa, generica e inefficace in relazione alle attivita’ e ai doveri di previsione e prevenzione sia con dichiarazioni agli organi di informazione, sia con redazione di un verbale.
Per gli inquirenti la commissione Grandi rischi forni’ a cittadini, politici e alla stessa Protezione civile “informazioni incomplete, imprecise e contraddittorie sulla natura, sulle cause, sulla pericolosita’ e sui futuri sviluppi dell’attivita’ sismica in esame”. L’onorevole Alfredo Biondi, gia’ ministro della Giustizia, legale di fiducia di Eva, si e’ limitato a dire che “i terremoti non sono prevedibili e questo non e’ affatto elemento di rassicurazione, chi lo ha fatto ha agito in maniera autoconsolatoria”.
Telegrafico l’avvocato Marcello Melandri che assiste Boschi: “Il milo cliente non ha mai fatto dichiarazioni in termini di rassicurazione”. Entrambi gli avvocati hanno escluso la possibilita’ di ricorrere ad altro giudice, scelta invece adottata da alcuni legali chiamati a difendere degli imputati per i crolli di alcuni edifici.
Gli altri indagati per omicidio colposo, lesioni personali e cooperazione nel delitto colposo sono Franco Barberi, vicario della commissione Grandi rischi; Bernardo De Bernardinis, gia’ vice capo della Protezione civile; Mauro Dolce, direttore dell’ufficio prevenzione della Protezione civile; Giuliano Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti dell’Ingv e, infine, Gian Michele Calvi, direttore dell’Eucentre e “padre” del progetto ‘Case’.






















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