ECONOMIA IN CRISI: A L’AQUILA, NEI NEGOZI, SI AGGIRA IL RAGIONIER FANTOZZI

Fra promozioni e vecchie abitudini di vetrine senza prezzi

«Com’è umano lei!», ricordate la tipica espressione fantozziana entrata nel bagaglio lessicale degli italiani? Chissà se talvolta vi è venuta in mente quando, in un negozio di abbigliamento, ci si ritrova a chiedere il prezzo di un capo che abbiamo visto in vetrina e che vorremmo acquistare.

Abbiamo appena ricevuto la lieta “novella”, e siamo di fronte a delle alternative. Fantozzi inizierebbe a balbettare un «To-torno subito, è che ho lasciato la macchina in tri-tripla fila…» e se la darebbe a gambe, oppure, preso da un impeto di coraggio e sotto lo sguardo impietoso della moglie esclamerebbe imperioso un “Lo compro, anzi, ne voglio due, uno per me e uno per la Pina, da do…da donna…”, salvo sudare e agitarsi mentre si accinge a pagare sotto lo sguardo sorridente del commesso o proprietario del negozio.

Eppure, l’art. 14 del Dlg n. 114/98 sulla disciplina del settore commerciale, dispone fra l’altro che
“I prodotti esposti per la vendita al dettaglio nelle vetrine esterne o all’ingresso del locale e nelle immediate adiacenze dell’esercizio o su aree pubbliche o sui banchi di vendita, ovunque collocati, debbono indicare, in modo chiaro e ben leggibile, il prezzo di vendita al pubblico, mediante l’uso di un cartello o con altre modalità idonee allo scopo”
Non bastasse, lo stesso decreto prevede sanzioni amministrative in caso di omissione di prezzo sulla merce esposta che vanno da 516 a 3.099 euro.

In alcuni casi compare la frase “vetrina in allestimento”, in cui da allestire manca in realtà, guarda caso, solo il prezzo, e che non tutela il commerciante dal punto di vista sanzionatario.
I commercianti dovrebbero sapere che la poca trasparenza porta più svantaggi che benefici. Così come dovrebbero essere in grado di comprendere, non ci vuole molto, che oltre al terremoto è cambiato anche tutto il mondo intorno, e che forse dovrebbero ripensare al listino prezzi, anche prima dei saldi ufficiali in partenza ai primi di gennaio, sempre più superati dai rapidi cambiamenti dell’economia e abitudini degli italiani.
In realtà alcuni lo hanno già intuito, avviando delle campagne promozionali, anticipando in pratica l’anticipo dei saldi eseguiti negli anni scorsi.

Un chiaro sintomo dei tempi attuali, che dovrebbero spingere associazioni di categoria e legislatore a modifiche delle attuali normative relative a saldi di fine stagione e vendite promozionali.

Nel frattempo, a L’Aquila, non farebbe male qualche controllo da parte delle forze dell’ordine preposte, eventualmente con una certa tolleranza all’inizio.

Purché si giunga ad un semplice risultato: vetrine con prezzi chiari in tutti i negozi, anche per Ugo, il rag. Fantozzi.

di Patrizio Trapasso