PROCESSO GRANDI RISCHI, LA DIFESA: “LA FAGLIA DI PAGANICA ERA SCONOSCIUTA”

La ‘faglia di Paganica’ che ha originato il terremoto del 6 aprile 2009, non era nota agli esperti alla vigilia della scossa delle 3.32, quella di magnitudo 6.3 che ha devastato l’Aquilano. Questo quanto e’ emerso oggi nel corso della 18/esima udienza del processo alla commissione Grandi rischi, organo consultivo della presidenza del Consiglio, in corso al tribunale dell’Aquila che, tra l’altro, si trova proprio nella zona della faglia.

Ad ammettere “l’ignoranza” e’ stato uno dei testimoni della difesa, Gianluca Valensise, geologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, ascoltato oggi assieme ad Antonio Moretti, collega dell’Universita’ dell’Aquila. “Nella zona dell’Aquilano – ha detto Valensise – la faglia che ha causato il sisma non era nota con esattezza, infatti ci siamo accorti che era leggermente piu’ a Ovest rispetto a dove pensavamo si trovasse”.

Valensise ha poi ribadito che “nel 2009 non si sapeva che la faglia sarebbe stata nel punto esatto dove si e’ manifestata, si era solo a conoscenza che nel corridoio tra L’Aquila e Sulmona si sarebbero avuti terremoti come sempre in passato”. Percio’ questa ignoranza, ha precisato, “non deve fuorviare: che questo sia un territorio soggetto alle scosse era noto e quindi andavano messe in atto tecniche diverse e piu’ specifiche di conoscenza delle faglie”. Sempre parlando di queste fratture del territorio, l’esperto ha spiegato che “prima del 6 aprile pensavamo esistesse una faglia da Ocre vero l’Altopiano delle Rocche, poi si e’ scoperta quella di Paganica che passa anche per Bazzano. Si trova sotto i nostri piedi, a tre quattro chilometri – ha evidenziato Valensise – e prosegue verso Bussi”. “E’ una faglia di distensione – ha concluso, spiegando poi in termini comprensibili – e’ come se qualcuno tirasse l’Appennino dall’Adriatico verso il Tirreno, provocando a un certo punto un cedimento e una frattura”.

E’ stata poi la volta di Antonio Moretti, geologo nonche’ professore dell’Universita’ dell’Aquila, che ha ribadito quanto sostenuto in un’intervista alla trasmissione Presa diretta del giornalista Riccardo Iacona e nel verbale di acquisizione di sommarie informazioni relativo alla sua deposizione durante la fase delle indagini preliminari. “Ero in disaccordo – ha detto – sull’opportunita’ di tranquillizzare la gente in quelle condizioni, quando c’era in atto uno sciame sismico. Avevo chiesto di essere invitato alla riunione della Cgr, visto che mancava un esperto in sismotettonica sulla faglia”.

Oltretutto Moretti ha sottolineato che “oltre a essere un geologo vivo sulla faglia di Pettino percio’ mi ero mosso per essere invitato: pur essendoci luminari conoscevo e conosco bene il territorio. Mi fu risposto che non potevo essere invitato, la riunione aveva solo lo scopo di ordine e sicurezza pubblica”.

Successivamente e’ cominciata la maxi proiezione dei filmati dei telegiornali prodotti dalla procura. Su alcuni servizi si e’ scatenato il dibattito degli avvocati delle varie parti a seconda che il tono dei cronisti e delle interviste fosse rassicurante o meno. Tanto che a un certo punto il pm Fabio Picuti ha alzato le braccia in segno di resa: “Noi i video li abbiamo prodotti, poi ognuno li valutera’ come vuole, ma i commenti ora non servono”.

Nel rifare il calendario dei prossimi appuntamenti, l’avvocato Dinacci ha comunicato che nella prossima udienza, mercoledi’ 4, l’ultima prima di Pasqua, non potra’ essere presente Franco Gabrielli, attuale capo della Protezione civile e all’epoca del sisma prefetto dell’Aquila. Chiamato come teste, Gabrielli non ci sara’ perche’ impegnato in operazioni legate alla messa in sicurezza della Costa Concordia naufragata vicino all’isola del Giglio, ma sara’ disponibile gia’ dall’udienza di mercoledi’ 11.