Anziani avvolti in pesanti coperte marroni, auto seppellite da macerie, tetti crollati sul tavolo da pranzo, chiese sventrate e salotti a cielo aperto battuti dalla pioggia. In poche ore le immagini del terremoto hanno attraversando l’etere a una velocità spaventosa, entrando nelle case di tutti i veneti attraverso gli schermi delle televisioni, i monitor dei computer, i display dei telefonini. E con le immagini, con le scosse che hanno svegliato migliaia di persone tra sabato e domenica notte – Facebook non è mai stato così affollato – si è di nuovo fatta sentire la paura. Quella ancestrale per la terra che trema, quella mai sopita dai tempi del terremoto del Friuli di trenta anni fa, quella riaccesa dal disastro dell’Aquila del 2009, dalle scosse di Parma e di Verona a gennaio. E la paura, che è il più potente motore del bisogno, è la stessa che ha spinto migliaia di veneti in questi ultimi anni ad assicurare i loro appartamenti, le loro case in vista dell’inevitabile: il momento in cui le casse pubbliche saranno così vuote da non poter finanziare gli stati di emergenza e ognuno dovrà pagare per sé.
Per il momento comunque il decreto legge numero 59 firmato appena cinque giorni fa dal governo non è ancora entrato in vigore, sarà quindi il consiglio dei ministri previsto per martedì a decidere come e se finanziare il fondo della Protezione civile nel quadro della vecchia normativa. «Entro la fine dell’anno però i rischi derivanti da calamità naturali e quindi tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà di privati saranno a carico dei cittadini», spiegano le associazioni di consumatori sottolineando che da settembre il governo dovrebbe presentare gli incentivi fiscali per chi decide di assicurare la propria abitazione (o quella di villeggiatura). Al momento le compagnie che assicurano le abitazioni da terremoti e alluvioni sono poche: l’Alleanza Toro, la Groupama, la Fondiaria Sai, la EurizonTutela, la Axa, le Poste Assicurazioni, la banca Intesa San Paolo e la Genertel, l’assicurazione online del gruppo Generali. In tutti i casi, fatta eccezione per Poste Assicurazioni che offre la copertura per calamità naturali inclusa nell’assicurazione per gli incendi, la polizza per eventi tellurici, alluvioni e disastri è un’addizionale della normale assicurazione per gli incendi e costa mediamente 150 euro da aggiungersi alle tariffa del premio annuale per l’assicurazione sulla casa.
In pratica la polizza per i disastri non è molto diversa dal pacchetto furto/incendio della Rc auto: chi vuole la mette, chi non vuole non la mette, ma non si può fare un’assicurazione che tuteli solo dal furto o dal terremoto. Nel caso di Genertel, che è una delle poche che permette di fare rapidamente i preventivi online, a Venezia un’assicurazione per un’appartamento da 100 metri quadri al secondo piano in un condominio costa 438 euro, a Padova 366 euro e a Treviso 417 euro. A queste cifre (Verona e Vicenza sono il linea) che comprendono la responsabilità civile fino a mezzo milione di euro, i danni da terremoto (e in alcuni casi alluvione), l’incendio delle pareti e dei mobili contenuti nella casa e l’assistenza legale per eventuali incidenti si devono aggiungere altri cento euro circa per assicurarsi anche per il furto e la rapina. Togliendo tutte le opzioni e lasciando solo l’incendio e le calamità naturali il prezzo può scendere a meno di 300 euro, sempre che si tratti di un appartamento in una zona non dichiarata a rischio o che non sia un fabbricato particolarmente antico o fragile.
Le assicurazioni (e le banche che si stanno affacciando al business delle polizze) infatti hanno commissionato a diversi studi professionali le analisi sul patrimonio edilizio dei capoluoghi e dei Comuni con maggior densità abitativa per disegnare una mappa di rischio in vista della possibilità che la copertura sulle case diventi obbligatoria come quella per le automobili. Attenzione però che le polizze assicurative per calamità naturali raramente coprono l’intero valore dell’appartamento in cui si vive. Le condizioni generali di contratto infatti indicano coperture fino al 50% del valore dell’immobile o al massimo dell’ 80% che può ulteriormente diminuire nel caso in cui si tratti di palazzi con conformità particolari (valore artistico o storico, tanto per fare un esempio). Va infine aggiunto che in caso di cataclisma non tutti verrano risarciti. Proprio per evitare il fallimento dell’assicurazione nel caso in cui un’intera città assicurata con la stessa compagnia fosse inghiottita dalle macerie, le varie società hanno fissato dei tetti di risarcimento: oltre quella cifra (500 milioni, un miliardo, due miliardi) le compagnie saranno esentate dal pagare gli assicurati.
(di Alessio Antonini da Corriere Del Veneto)