TERREMOTO EMILIA ROMAGNA: IN TANTI SENZA TENDA, MA RIFIUTANO OFFERTA HOTEL

Sono centinaia le persone che continuano a chiedere un posto in tenda nei 4 campi allestiti a Finale Emilia, uno dei Comuni piu’ colpiti dal terremoto di domenica, ma non c’e’ piu’ posto e tutti si rifiutano di andare negli alberghi messi a disposizione a Modena. “Sono troppo lontani – spiegano – e noi vogliamo restare vicino casa”. Anna Kan e’ una marocchina di 27 anni. Da domenica sta dormendo su una brandina della palestra del centro sportivo di Finale.

Con lei c’e’ sua sorella incinta e i tre bimbi piccoli di quest’ultima. “Mia sorella e’ incinta – spiega – qui abbiamo trovato una specie di stabilita’, se andiamo a Modena e lei non si sente bene che facciamo? E poi i bambini vogliono stare qui, nel campo ci sono i loro amichetti e stanno bene”. Anna riferisce che fino a ieri c’erano altre due famiglie marocchine nel campo ma che hanno accettato l’albergo a Modena. Anche Rosi Egujie, 30 anni, nigeriana, si rifiuta di lasciare Finale e continua a chiedere un posto nella tendopoli allestita accanto alla palestra.

“Io non ho la macchina – racconta – come faccio ad andare a Modena?”. Rosi ha due figlie di 3 e 5 anni.
“Abitavamo in campagna e la casa e’ andata distrutta – spiega – anche la macchina e’ finita sotto le macerie”. E poi c’e’ anche chi come Ambra, 30 anni, un posto in tenda neanche lo chiede.
Gestisce l’edicola che si trova nella zona rossa di Finale e anche la sua casa e’ nel centro del paese. “La casa sembra intatta – racconta – ma non ci possiamo tornare perche’ e’ zona rossa. Un posto in tenda non l’abbiamo neanche chiesto. C’e’ tanta gente che ha bisogno e non ci sembrava il caso. Stiamo dormendo in macchina a Finale e usiamo il bagno di amici”.

“Un posto in albergo? – prosegue – non ci pensiamo proprio.
Vogliamo stare qui, lo so che puo’ sembrare una cosa stupida, ma e’ una sorta di forma di protezione delle nostre vite prima del terremoto, della nostra casa che anche se in zona rossa non ha danni. Noi siamo stati fortunati”.

(AGI)