SLAVINA GRAN SASSO: LA VITA DI MARIO CELLI RESTA APPESA A UN FILO

2014-01-28_slavina_mario_celli

30 gennaio, ore 11.31 Rimane appesa a un filo la vita di Mario Celli, il medico ginecologo di 32 anni dell’Aquila travolto l’altro ieri da una slavina a Campo Imperatore, mentre scendeva in un impegnativo fuoripista nella zona dei “Valloni”, in localita’ Scontrone.

Il giovane è ricoverato nel reparto di rianimazione cardiochirurgica dell’ospedale ‘Mazzini’ di Teramo. Al momento viene tenuto in vita dai macchinari e dall’ultimo encefalogramma fatto stamani sono stati registrati flebili segni di attivita’.

Se la situazione non dovesse precipitare l’esame sara’ ripetuto domani. Il medico era finito sotto una spessa coltre di neve e il primo a ritrovarlo era stato il fratello Paolo, grazie all’Arva (l’apparecchio per la ricerca di persone travolte da valanga) di cui entrambi erano muniti. Inizialmente si pensava che l’uomo fosse deceduto, invece era riuscito a scampare a morte certa dopo piu’ di un’ora di massaggio cardiaco grazie a due medici, Gianluca Facchetti del “San salvatore” e del Cnsas e Nadia Garbuglia, del 118.

Poi la corsa all’ospedale dove Celli e’ stato attaccato ad uno speciale macchinario chiamato Ecmo (utilizzato per l’ossigenazione extracorporea) che permette la tecnica di supporto cardiopolmonare che si e’ dimostrata efficace nel ridurre la mortalita’ nei pazienti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria acuta grave.

L’ipotermia aveva raggiunto 26 gradi ma lentamente il cuore aveva ripreso a battere e la temperatura tornata normale. Nella notte del ricovero, poi, le su condizioni si sono seriamente aggravate. Ad occuparsi del caso e’ il pm David Mancini che per ora ha aperto un fascicolo contro ignoti.

Bisognera’ accertare cosa possa aver provocato la slavina.

Il passaggio degli snowboardisti o un distacco spontaneo. I due fratelli sono figli di Silvano Celli, radiologo in pensione. A Campo Imperatore c’erano diversi cartelli che informavano del divieto di fuoripista e del pericolo valanghe ma nessuna rete di recinzione per evitare il passaggio di “audaci” sciatori.

(AGI)