Processi per crolli: sul trasferimento i pareri dei parenti delle vittime e dei difensori degli indagati

Parenti delle vittime, trasferire il processo e’ ostruzionismo
Il problema del trasferimento delle sedi processuali relative all’inchiesta sui crolli del sisma del 6 aprile 2009 non e’ solo “geografico”, per i parenti delle vittime i quali giudicano questo passaggio come “un tentativo di ostruzionismo da parte della difesa”. E’ questa la posizione dell’Avus, associazione vittime universitarie nel sisma che si e’ riunita in occasione della presentazione del libro dal giornalista Rai, Umberto Braccili, “Macerie dentro e fuori”, scritto insieme a 13 genitori di universitari deceduti. “Le famiglie delle 55 vittime tra gli studenti – ha commentato Sergio Bianchi, presidente dell’Avus – stanno gridando per farsi ascoltare. Noi siamo la loro voce – ha proseguito – e cerchiamo di farlo nel migliore dei modi”. Per Angelo Lannutti, padre di Ivana, deceduta in un appartamento, in via Generale Rossi, l’aspetto grave e’ che si cerchi “qualsiasi pretesto per portare il processo al nulla, attraverso tutti questi escamotage che la legge consente, per allungare i tempi e arrivare alla prescrizione”. Nel libro si legge: “Le domande che meritavano risposta erano: siamo in una zona con alta densita’ abitativa, 70mila persone? Il patrimonio edilizio analizzato anche da studi ha delle pecche, come scritto nei rapporti ‘Abruzzo engineering’ e ‘Barberi’”.

Difensori indagati, trasferire il processo dall’Aquila
Le prime due udienze preliminari nei processi per i crolli del terremoto a L’Aquila (Convitto e Casa dello studente) saranno fermate per via delle istanze, presentate in Cassazione, relative alle richieste di trasferimento del processo ad altro tribunale. Dopo la prima istanza, presentata la scorsa settimana, di rinvio dell’udienza dinanzi al Gup, fissata per lunedi’ 17 maggio, riguardante il Convitto nazionale, dove morirono tre minori, questa mattina gli avvocati Attilio Cecchini, Angelo Colagrande e Massimo Carosi, difensori di due dei nove indagati per omicidio e disastro colposo per il crollo della Casa dello studente, hanno presentato medesima istanza all’ufficio del Gup. Anche in questo caso si chiede ai giudici di Cassazione il trasferimento dell’udienza fissata il 28 maggio ad altra sede. “Il motivo di preoccupazione e disagio per la difesa – si legge nell’istanza – e’ infatti l’atteggiamento totalizzante assunto dalla locale Procura che ha mantenuto un dialogo costante con le parti lese e loro legali e consulenti, posti a contatti con quelli del pm, ed un rapporto simbiotico con stampa e televisione, responsabili della diffusione di notizie che hanno posto a rischio i valori di ogni cittadino sanciti dalla Legge. Le esternazioni del pm – si legge sempre nell’istanza – idonee a condizionare la liberta’ d’espressione e la tranquillita’ d’animo di quanti in diversa veste hanno avuto ragioni di contatto o rapporti inerenti vicende dei crolli sottoposti ad indagini di polizia giudiziaria, hanno di certo pregiudicato la libera determinazione delle persone chiamate a partecipare al processo”. I legali si riferiscono alle dichiarazioni rilasciate dal Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila ma anche dal comitato dei parenti delle vittime che in piu’ circostanze hanno definito gli indagati “assassini della Casa dello studente” e le vittime del crollo “giovani assassinati”. Per i tre difensori all’Aquila “si e’ generata e sussiste una grave situazione locale, extra-giudiziaria ed esterna al processo, tale da turbare il suo normale svolgimento e da pregiudicare la libera determinazione delle persone che vi partecipano e, comunque, tale da suscitare motivi di legittimo sospetto”. L’istanza si conclude con la richiesta ai giudici della Corte di Cassazione di acquisire la registrazioni delle interviste rilasciate dal Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini.