L’Aquila: il neo prefetto Iurato indagato a Napoli

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Articolo dal Corriere della Sera del 3 giugno 2010

Il vicecapo vicario della Polizia, il prefetto Nicola Izzo, e’ stato convocato in Procura dai magistrati che indagano sugli appalti per la realizzazione delle opere previste nel Patto per la Sicurezza. Il giorno stabilito per la deposizione e’ sabato prossimo, e Izzo sara’ ascoltato come persona informata sui fatti. Un teste, quindi, ma il suo e’ anche l’ennesimo invito che i pm D’Onofrio, Falcone e Filippelli inviano ad alti— in questo caso altissimi — funzionari del Viminale. Prima di Izzo, solo pochissimi giorni fa, e’ stata a lungo interrogata Giovanna Iurato, attualmente prefetto dell’Aquila e in passato al vertice della divisione tecnico-logistica del ministero dell’Interno. Anche lei fu convocata come persona informata sui fatti, ma le sue risposte non hanno evidentemente convinto i pm inducendoli, all’indomani dell’interrogatorio, a riconsiderarne la posizione che si e’ aggravata fino a trasformarsi in quella di un indagato.

Altri funzionari, sempre con competenze nell’attuazione dei piani per la sicurezza, erano stati ascoltati prima della Iurato, e da tempo in Procura c’e’ un fascicolo dedicato all’appalto per la ristrutturazione di un commissariato del centro di Napoli in cui compare il nome dell’ex questore del capoluogo partenopeo Oscar Fioriolli. Ora entra in scena il numero 2 del dipartimento di Pubblica sicurezza, che tra le deleghe ha anche quella relativa alla gestione dei fondi per il Pon (Piano operativo nazionale) sicurezza, che a Napoli prevedeva numerosi interventi, molti dei quali non realizzati. Tra i più importanti la video- sorveglianza, la cittadella della polizia e il centro elaborazione dati (Cen), che sarebbe dovuto nascere all’interno del parco di Capodimonte, oltre alla realizzazione di nuovi commissariati e alla ristrutturazione di alcuni gia’ esistenti.

I tre pubblici ministeri napoletani, coordinati dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, ritengono che le assegnazioni degli appalti non abbiano seguito procedure del tutto trasparenti, e che si siano voluti privilegiare concorrenti legati al gruppo Finmeccanica. Perciò intendono ascoltare anche Marina Grossi, moglie del numero uno di Finmeccanica Francesco Guarguaglini e amministratore delegato di «Selex sistemi integrati», azienda che appartiene sempre a Finmeccanica e che e’ ritenuta una delle più importanti tra quelle che operano nel settore della sicurezza. Grossi avrebbe dovuto deporre martedì, ma un impegno istituzionale ha fatto slittare l’incontro con i pm. Che comunque intendono riconvocarla al più presto. Il suo coinvolgimento — anche lei come Izzo solo in qualita’ di testimone — rappresenta anche un punto di contatto tra l’inchiesta napoletana e quella di Roma sui presunti fondi di Finmeccanica trasferiti all’estero, che ha preso le mosse proprio dall’esame dei bilanci della «Selex». Anche nell’indagine della Procura partenopea (nata da uno stralcio di quella cosiddetta Global Service sull’imprenditore Francesco Romeo e molti ex assessori comunali, conclusasi con l’assoluzione di gran parte degli imputati) ci fu non molto tempo fa una acquisizione di documenti in Finmeccanica, al cui gruppo appartiene, del resto, la «Elsag Datamat», societa’ che si aggiudicò una commessa di 37 milioni di euro per lavori legati alla realizzazione del Cen, di cui un importante dirigente era il marito del prefetto Giovanna Iurato. Infatti quando la funzionaria fu convocata in Procura si pensò che i pm avessero intenzione di chiederle spiegazioni proprio su questo particolare. Ma invece pare che l’interrogatorio abbia preso ben altra piega.