L’AQUILA, TRE ANNI DOPO. COSA È STATO RICOSTRUITO?

Cosa è stato davvero fatto dopo il terremoto? L’analisi di Wired.it.

C’è un ritornello spettrale che aleggia sopra il terzo anniversario del terremoto che ha sconvoltoL’Aquila, una frase che rimbalza cristallina dall’Aquila nella Rete e nell’Italia tutta: “ Tre anni dopo, nulla è cambiato”. Si tratta di un frase piuttosto vera, soprattutto se si concentra l’attenzione sul centro storico della città e sui cittadini che lì avevano le proprie case e che da quello sciagurato 6 aprile 2009 non ci sono più potuti tornare. Per questo Wired Italia ha deciso di organizzare la campagna #occupylaquila.

A 36 mesi di distanza dal terribile sisma che ha sfregiato per sempre il volto dell’Aquila almeno 26.787 persone non hanno ancora fatto ritorno alle proprie case (più della metà dei 45mila sfollati iniziali). Di questi 13mila vivono attualmente nelle abitazione del progetto C.A.S.E. (organizzate nelle famose 19 new town volute dal Governo Berlusconi), 2.700 occupano moduli abitativi prefabbricati, mentre altri 380 ancora tirano avanti negli alberghi.

Con una situazione del genere verrebbe da pensare a una mancanza di fondi. E invece i fondi ci sono, in tre anni il Governo Italiano ha stanziato la bellezza di 10,6 miliardi di euro, dei quali 2,9 sono stati utilizzati per gestire l’emergenza nell’immediato, rimangono 7,7 miliardi ancora da sbloccare. Per ricostruire le abitazioni del centro storico servirebbero quasi 4 miliardi di euro, eppure lo stato di attuazione dei lavori è ancora ai primordi. Perché? Secondo alcuni esperti urbanisti è in parte colpa di rallentamenti burocratici, e della scelta di attende la realizzazione di Piani di Ricostruzione non sempre necessari e che hanno chiesto tempi lunghissimi per essere approvato.

Tre anni dopo, nulla cambiato” è dunque una frase vera, ma solo in parte. Se il centro storico versa ancora in condizioni di devasto, qualcosa è stato ricostruito. Merito delle attività autonome di ricostruzione dei beni culturali che, stando ai dati forniti dal Ministro Fabrizio Barca, hanno portato alla ristrutturazione di 119 chiese e all’apertura di 40 cantieri per altrettanti edifici adibiti al culto.

Cosa è cambiato, dunque? O per formulare meglio l’interrogativo: quanti lavori sono stati effettuati in questi tre anni, quali edifici e quali monumenti sono stati messi in sicurezza, e quanti cantieri devono ancora essere aperti?

In un cronoprogramma pubblicato dal sindaco Massimo Cialente intorno a gennaio, viene fatta una stima (da alcuni considerata volutamente ottimista) della tabella di marcia per i lavori pubblici (sia ordinari che di ricostruzione post-terremoto). Secondo il cronoprogramma, a inizio dell’anno i cantieri aperti ammontavano al 39% di quelli previsti, i lavori portati a compimento invece costituivano una fetta minima della torta.

Nelle previsioni di Sindaco e Amministrazione Comunale di qui a giugno la percentuale di lavori terminati potrebbe raggiungere quota 47%, lasciando un 41% di lavori in esecuzione e solo il 12% in fase di bando di gara o contratto.

Nell’ambito di una parziale operazione di trasparenza, sul sito del Commissario delegato per la Ricostruzione, la Presidenza della Regione Abbruzzo ha recentemente pubblicato una planimetria che consente di farsi un’idea chiara degli interventi pubblici eseguiti, quelli in corso d’opera e quelli ancora inchiodati sulla linea di partenza. È interessante notare come dei 38 interventi pianificati, solo 6siano stati portati a termine e solo 8 cantieri siano tuttora in attività. Gli altri 24 interventi sono ancora in attesa di superare la fase d’appalto o della formalizzazione di un progetto esecutivo.

Uno dei primi lavori portati è a termine è stato il restauro della Fontana delle 99 cannelle, uno dei monumenti più antichi e memorabili della città. Grazie ai 500mila euro del Fai (Fondo Ambiente Italiano), la ristrutturazione è stata terminata nel dicembre del 2010. Un altro importante lavoro consegnato è la ristrutturazione delle Mura Urbiche a Borgo Rivera, mentre i lavori di restauro di Porta Rivera sono ancora in fase di esecuzione, il costo dei due interventi ammonta a 800mila euro.

Tra le Porte colpite dal sisma ci sono poi Porta Castello e Porta Napoli. Porta Castello, edificata nel Cinquecento e distrutta già in precedenza da un terremoto nel 1703, ha già subito l’intervento necessario: riportava danni diffusi in tutta la struttura e ci sono voluti 25mila euro (donati da Lions Club – L’Aquila Host) per rimetterla in sesto. Porta Napoli invece è stata interessata da diversi crolli e la sua ricostruzione ha richiesto oltre 260mila euro (Fondazione Carispaq), i lavori sono ancora in corso.

Altri due interventi completati sono quelli che hanno interessato Caserma Campomizzi (13 milioni di euro) e la Casa della Giovane Italiana – Ex Isef che ora ospiterà gli uffici della struttura commissariale per la ricostruzione (1,9 milioni di euro).

Passando agli edifici religiosi, sono stati già smantellati i cantieri per la ricostruzione del Complesso di Sant’Amico, un ex-convento che per i danni riportati in seguito al sisma ha richiesto lavori per un totale di un milione di euro.

Tra i cantieri aperti ci sono quello della Chiesa di San Biagio d’Aminterum (termine previsto per il 18 luglio 2012, con 2,9 milioni di euro di finanziamento) e la Chiesa di San Giuseppe dei Minimi (chiusura cantiere prevista per fine 2012, con 1,7 milioni stanziati dal Governo del Lazio). Procedono anche i lavori alla Chiesa di San Pietro di Coppito, il luogo di culto fu edificato intorno alla fine del 1200 e in seguito al terremoto ha riportato gravi lesioni alle strutture portanti, con il conseguente crollo del campanile e di parte della facciata. Per l’intervento sono stati erogati 750mila euro.

Per la Chiesa di Cristo Re invece sono stati stanziati 720mila euro e anche in questo caso il cantiere è ancora aperto.

Sono stati poi completati i lavori preliminari di messa in sicurezza della cupola e del tamburo della Basilica di San Bernardino, le cui condizioni sono ora favorevoli all’inizio dei lavori previsti per Luglio 2012, per cui il Cipe ha stanziato 25 milioni di euro. Quasi ultimata invece la ristrutturazione della Basilica di Santa Maria di Collemaggio che ha richiesto finora oltre tre milioni di euro.

Tra gli edifici non adibiti al culto, quelli attualmente in fase di effettiva ricostruzione sono il Palazzetto dei Nobili (1,1 milioni di euro donati dalla Camera dei Deputati), l’edificio della Questura, per cui il Cipe ha stanziato quasi 13 milioni di euro (conclusione prevista per settembre 2012) e il Palazzo di Giustizia. In quest’ultimo caso, i 40 milioni stanziati dal Cipe sono stati in parte impiegati per i lavori sul corpo centrale, che verranno indicativamente portati a termine entro fine estate 2012. I lavori relativi all’Ala Uffici sono invece ancora in corso d’appalto e dovrebbero essere terminati entro l’estate del 2013.

In alcuni casi, agli interventi di ricostruzione sono stati affiancati lavori di costruzione di nuovi edifici, è il caso del complesso che oggi ospita la Procura Generale e la Corte D’Appello, i 7 milioni di euro stanziati dal Cipe hanno consentito di riqualificare la palazzina dell’ex-stazione ferroviaria e di procedere alla costruzione di un nuovo edificio circolare inaugurato lo scorso 23 settembre.

Tra i progetti ancora fermi è il caso di menzionare il Teatro San Filippo, la Scuola De Amicis e il Conservatorio Alfredo Casella. Al Teatro San Filippo i lavori sarebbero dovuti partire lo scorso Agosto e durare in tutto quattro mesi, a otto mesi di distanza il Teatro San Filippo è ancora inagibile e la Compagnia dell’Uovo ha lamentato il rischio di perdere i finanziamenti ministeriali

I lavori di ricostruzione alla Scuola De Amicis sono ancora fermi, nonostante sul sito CommissarioPerLaRicostruzione.it l’inizio fosse stato previsto per febbraio/marzo. Parte del finanziamento per questo cantiere era stato raccolto nella cornice dell’iniziativa Amiche Per l’Abruzzo, patrocinate da una serie di star femminili della musica italiana. Una sorte simile è toccata a un’altra iniziativa, patrocinata da Jovanotti, che a due settimane dal terremoto aveva raccolto 1,2 milioni di euro con la canzone all-star “Domani”: gran parte dei fondi sono stati allocati per la ricostruzione del Conservatorio Alfredo Casella, i lavori però non sono ancora partiti.

Una piccola parte delle donazioni raccolte con “Domani” erano invece destinati alla ricostruzione del Teatro Comunale, per il quale l’avvio dei lavori è previsto per inizio maggio.

Ma al di là delle cifre e dei progetti che abbiamo elencato, la situazione intorno alla ricostruzione de l’Aquila rimane tuttaltro che trasparente, e a tre anni di distanza i cittadini non possono più attendere. Per questo nelle scorse settimane un gruppo di cittadini ha lanciato un’operazione di trasparenza chiamata Appello Per L’Aquila. L’obbiettivo: la diffusione dei dati che le istituzioni possiedono e la costituzione di un osservatorio partecipato per vegliare sulla ricostruzione.

Fabio Deotto
wired.it