Dopo il terremoto L’Aquila fuori dal paniere ISTAT

da www.politicambiente.it

Scorrere le voci del paniere Istat, la lista dei beni di riferimento per il calcolo dell’inflazione, e’ come vedere uno spaccato di storia d’Italia o una fotografia del Belpaese: ogni anno ci sono beni che entrano nel calcolo e beni che escono perché destinati a sparire, ed altri che, pur di largo consumo, restano fuori. Quest’anno, ad esempio, le vecchie lampadine a incandescenza (con alto consumo di elettricita’) vengono eliminate ed entrano quelle a risparmio energetico. Fin qui e’ tutto positivo.

Ma un particolare di non poco conto e’ stato appena accennato dai media e proprio da questo vale la pena di cominciare: quest’anno L’Aquila, “a causa degli effetti derivanti dal terremoto del 2009″, non fara’ parte delle citta’ in cui verranno fatte le rilevazioni Istat. Vorra’ dire qualcosa questa frase sibillina? Certamente, visto che la citta’, ancora in attesa di ricostruzione, conta circa 17 mila fra cassaintegrati, lavoratori in mobilita’ e disoccupati. E visto che nessuna zona franca e’ stata istituita per rilanciare l’economia di tutta questa provincia al collasso. Anche il turismo e’ azzerato e migliaia di aquilani sono ancora alloggiati in alberghi, fuori dal capoluogo. In questa situazione che rilevazioni verrebbero fuori? Dati in profondo rosso da falsare pure la media nazionale!

Torniamo alle voci che entrano nell’elenco del 2010 e che fotografano i consumi odierni degli italiani: ci sono la badante, i voli low cost nazionali, la spesa medica in regime privatistico, lo Smartphone, il supercellulare con molte funzioni.

Escono dalla lista, come scritto poc’anzi, la lampadina tradizionale a incandescenza, i fiammiferi e la riparazione dell’orologio. Segno e spia dei tempi e dei consumi che cambiano. L’ambiente ringrazia per la vecchia lampadina, eliminata gradualmente dalla vendita in seguito all’entrata in vigore della normativa europea, a favore di quella a risparmio energetico.

Ma a disegnare tempi contraddittori sono altre voci: nonostante la crisi economica sia ben più che uno spettro, il nuovo paniere Istat conferma le statistiche: gli italiani non rinunciano ai telefonini di ultimissima generazione. Anzi, siamo il Paese europeo che ne possiede di più. In un negozio di telefonia ho visto un ragazzo rinunciare all’acquisto di una Internet Key, la pennetta per navigare in Internet, perché era rimasta solo di colore rosa.

Stessa considerazione per gli orologi: se la sua riparazione esce dal paniere vuol dire che quando si rompe si va direttamente ad acquistarne uno nuovo. Tanto, come si sente dire spesso, “costa più ripararlo che comprarlo”, magari made in China. Gli orologiai – non se la prendano i pochi rimasti – appartengono a quella schiera di mestieri in via di estinzione o comunque non molto redditizi. Soprattutto nelle grandi citta’ e’ difficile trovare il calzolaio o, appunto, l’orologiaio. Tutto il contrario delle regole di riuso, riciclo, baratto e di una sana “decrescita felice”.

Va aggiunto in conclusione che la copertura delle rilevazioni Istat se e’ pressoché totale al Nord e al Centro risulta ancora carente al Sud, con una copertura al 60%.