Ricostruzione: tra aumenti e tagli nelle richieste di contributi

I dati dagli elenchi del comune dell’Aquila

Le informazioni sulle domande relative alla ricostruzione sono disponibili sul sito del comune dell’Aquila. I dati degli elenchi dovrebbero essere quelli del sistema informativo del comune, eventualmente filtrati in base all’informativa che si vuol fornire ai cittadini. Ce l’attendiamo la più trasparente e completa possibile, di cui l’affidabilita’ sui dati dovrebbe essere un altro aspetto di rilievo.
Molti conoscono la trafila Fintecna (controlli amministrativi), Reluis (tecnici) e Cineas (economici), ed i tagli più o meno elevati relativi a ciascuna pratica. Fra i compiti del comune, le ordinanze del presidente del consiglio n.3779 e n.3790 assegnano anche i controlli a campione sull’esecuzione dei lavori, con la revoca o la riduzione del contributo assegnato nel caso di una loro mancata effettuazione, totale o parziale.
Se e’ quindi “normale” vedere un contributo richiesto ridursi nel contributo finale “ammesso”, sembra quantomeno anomalo osservare il contrario, ed in vari casi per valori non indifferenti.

GLI AUMENTI: si possono notare per un condominio in v.le della Croce Rossa, per il quale ad un contributo richiesto di 17mila€ ne corrisponde uno finale di 235mila€, dopo circa 6 mesi di attesa, con una differenza di ben 218mila€. O in un’abitazione in via Piemonte, con contributo richiesto di 56mila€, e 256mila€ ammessi. E si può continuare: condominio in via Marruvium (144mila, 308mila), condominio in via Mandrilli (95mila, 213mila), condominio a Genzano (25mila, 113mila), condominio a Bagno Grande (250mila, 330mila). Oltre 300 domande con un contributo ammesso superiore alla richiesta. In taluni casi e’ ipotizzabile che i tecnici (Reluis?) possano aver richiesto dei lavori aggiuntivi per adeguare gli immobili alle normative sismiche, ma di solito i tecnici incaricati dai proprietari tendono a cautelarsi, e differenze di un certo rilievo sono poco comprensibili, trattandosi per i casi citati di edifici classificati B.

I TAGLI: dall’altra parte, c’e’ chi nel presentare le domande, almeno secondo il giudizio dei controlli successivi, ha esagerato nelle richieste, ricevendo sforbiciate più o meno eloquenti. Un condominio in v.le Corrado IV, ad esempio, con un contributo ammesso ridotto di 702mila€ (da 1,994ml a 1,292ml), con una pratica relativa a parti comuni ed una per immobile ad uso non abitativo. Un altro in via Cittaducale con un contributo ammesso ridotto di 577mila€ (1,414ml, 837mila), altro in via S.Nicola D’Anza (676mila, 295mila), in v.le della Croce Rossa (1,057ml, 630mila), via Antica Arischia (700mila, 274mila), abitazione in via Genova (449mila, 37mila), v.le A.Moro (1,188ml, 786mila), e così via. Con un caso particolare che riguarda un condominio in viale della Croce Rossa, di cui leggendo i dati si passa da una richiesta totale di 1,159ml ad un contributo ammesso di 229mila€, con un mega-taglio di 929mila€. La “particolarita’”, riguarda le 3 richieste di contributo (386mila€) relative allo stesso indirizzo, tecnico ed impresa appaltatrice, con contributo richiesto uguale “al centesimo” nelle 3 domande. Il dubbio: un copia/incolla dei tecnici incaricati, nella speranza di accettazione delle tre pratiche, o un più semplice errore dell’impiegato comunale nel trascrivere i dati?

IL LIMITE DEGLI 80MILA: ben diverso, e facilmente comprensibile, il caso di 60 richieste, per lo più relative ad immobili ad uso non abitativo, che hanno visto il contributo finale limitato ad 80mila€, come previsto dalle ordinanze per edifici B,C,E. Per queste domande, il controllo di mani di forbice ha generato una riduzione complessiva di 4,3 milioni di euro rispetto ai calcoli dei tecnici, con una riduzione massima di 340mila€ per una singola pratica.

Le forti differenze tra le somme richieste ed ammesse, senza entrare nel merito delle stesse, fanno ben intuire i rischi che si potrebbero correre eseguendo i lavori senza l’approvazione del contributo definitivo.
Un rischio forse eccessivo, che sembra essere proprio quello assunto da Bruna Mastrantonio, madre del dirigente comunale Mario Di Gregorio. A parte l’accusa di abuso d’ufficio e violazioni delle norme di edilizia, dalle notizie di stampa dell’ultimo mese l’edificio risulta essere stato abbattuto e ricostruito a tempo di record. Il nominativo appare nella lista delle domande, classificata come immobile E, con contributo “richiesto” di 450mila€. Ma né gli elenchi completi dei contributi provvisori, né quelli delle integrazioni né tantomeno quelli relativi ai definitivi comprendono la pratica relativa. Un altro errore o mancanza di trascrizione negli elenchi comunali, o un caso di silenzio/assenso da parte dei controllori?

Patrizio Trapasso