
25 dicembre – Il terremoto avvenne nella notte di Natale del 1786 e colpì la Romagna sud-orientale, causando danni di varia entità in una settantina di centri nell’area compresa tra Pesaro e Cesena e tra la costa e il Montefeltro.
Gli effetti più gravi si ebbero nel territorio di Rimini. La città fu notevolmente danneggiata nella gran parte del suo patrimonio edilizio pubblico, privato e religioso: oltre la metà degli edifici subirono gravi danni, alcuni crollarono, la cattedrale e molte chiese divennero inagibili, torri e campanili subirono crolli (anche totali) o profonde lesioni.
Gravi danni interessarono anche circa 25 borghi e castelli del “contado” riminese. Danni minori ma diffusi si ebbero in una quarantina di altre località, tra cui Riccione, Cattolica, Cesena e Pesaro.
Il risentimento si estese ad un’area molto vasta: la scossa fu avvertita fortemente e con spavento tra le popolazioni, ma senza causare danni, in città come Ravenna, Forlì, Imola, Bologna e fino a Vicenza, verso nord; a Senigallia e a Fossombrone, verso sud. Più leggermente fu avvertita lungo tutta la fascia adriatica dalle Marche a Trieste e, sul versante tirrenico, in Toscana e fino a Genova.Sul numero di vittime non c’è accordo tra le fonti, ma probabilmente furono alcune decine.
La scossa principale fu seguita da numerose repliche per tutto il mese di gennaio 1787 e poi anche nella primavera dello stesso anno.
Vediamo cosa scriveva la Gazzetta di Bologna, il 2 gennaio 1787
“Essendosi nell’antecedente Ordinario data notizia della Scossa di Terremoto quì intesasi alle ore 8, e trè quarti circa (benche per sbaglio di stampa si dicesse alle ore 9, e un quarto) ed avendola noi allora giudicata di consenso; in oggi, pur troppo, siamo di questo certificati, mediante lettera particolare di Rimini, in data delli 26 dello scorso Decembre, dalla quale si ha, che in quella Città sentirono trè scosse di Terremoto, la prima alle ore 9 nella notte precedente il Sabbato 23, altra alle ore 13, e mezza, e la terza alle 14, e mezza del Sabbato isteso, essendo state sensibilissime. Ma nella notte antecedente il giorno 25 alle ore 8, e 3 quarti si provò tale scossa orribile, per cui rimasero danneggiate gravemente le migliori fabbriche, ed atterrate le più deboli. E’ sommamente compassionevole la descrizione, che si fa dello stato miserabile di quegl’infelici Cittadini. Nel colmo della più rigida stagione, e mentre la terra è tutta coperta di neve, più di due mila persone hanno dovuto portarsi sulla Spiaggia del Mare, esposti a tutte le intemperie dell’aria, e sprovveduti di ogni comodo. I Signori dimorano nelle strade spaziose, o nelle campagne entro le loro carrozze. Dopo una Scossa così terribile, ne replicarono sei nel giorno di Natale, le quali benchè non tanto gravi, pure terminarono di rovinare molte fabbriche. Nello stesso giorno delli 26 se se sentirono altre due. Trè fin’ora sono state le intere famiglie trovate estinte sotto le ruine, e incominciano a giungere nuove funestissime dalla Campagna”.
Fonte: edurisk.it
























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