
Uno dei castelli abruzzesi che in questo periodo vale la pena di visitare e dal quale si può godere di una vista spettacolare, è sicuramente il castello di Roccascalegna.
Roccascalegna è un piccolo centro di 1.400 abitanti, situato sulle colline che circondano il fiume Sangro in provincia di Chieti. Sull’imponente ammasso roccioso che domina la valle del Rio Secco, si erge con maestosità la Torre d’avvistamento di uno dei castelli più poderosi e affascinanti d’Abruzzo, il castello di Roccascalegna.
Con molta probabilità, i primi fondatori della fortezza furono i Longobardi che a partire dal 600 d.C. conquistarono stabilmente il Molise e l’Abruzzo meridionale, motivo per il quale costruirono questa torre d’avvistamento tra il V/VI secolo. Successivamente passò sotto gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi e man mano la struttura assunse un aspetto più elaborato.
Dal 1700 il Castello di Roccascalegna ha conosciuto tre secoli di abbandono, nei quali è stato preda delle intemperie e dei saccheggi della popolazione locale sino a quando nel 1985 l’ultima famiglia feudataria dei Croce Nanni, donò il castello al Comune di Roccascalegna. La fortezza ha subito nella sua storia varie ristrutturazioni, fino al 1996.
La leggenda più famosa inerente il Castello di Roccascalegna ha per protagonisti Corvo de Corvis e l’editto dello“Jus Primae Noctis”, attraverso il quale, nel 1646, il fantomatico Barone obbligava ogni novella sposa del Feudo di Roccascalegna a passare la prima notte di nozze con lui invece che con il marito.
Nessuno poteva opporsi. Non si sa bene se una sposa novella, o se il marito geloso travestito a sua volta da sposa, abbia accoltellato il Barone nel talamo nuziale mettendo fine a questa prepotente pratica.
Il Barone, morente, pare abbia lasciato la propria impronta della mano insanguinata su di una roccia della torre e benché si provasse a lavare il sangue dalla roccia, esso continuava a riaffiorare e ci sono tutt’oggi persone anziane che sostengono di aver visto la “mano di sangue” anche dopo il crollo. Attualmente a Guardiagrele (CH) ad agosto, si svolge una manifestazione storica in chiave divertente e ironica per raccontare questa antica pratica.
Il termine Roccascalegna può avere una duplice etimologia. La prima ipotesi, risalente al termine “Rocca-scarengia”,documentato nel Catalogus Baronum nel 1379 come possesso del Conte di Manoppello. Secondo uno studio francese “scarengia”, derivante da “scarenna”, sta ad indicare il fianco scosceso di una montagna. Successivamente c’è stata la trasformazione di Scaregna in Scalegna. L’altra ipotesi è quella che l’origine derivi da un nome personale longobardo “Aschari” e successivamente, Roccascalegna.
Il castello è aperto ogni anno da marzo ad ottobre il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, mentre nei mesi di luglio ed agosto è aperto tutti i giorni fino alle 19.
Dal centro del paese imboccate le viuzze in salita che vi condurranno verso il castello fino a raggiungere l’antica chiesetta da cui parte la rampa che vi porterà fino alle mura del castello.
Fonte: www.stradadeiparchi.it



















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