Fiaccolata del 6 aprile: la lettera del Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente

Il 6 di ogni mese per molte e molti e’ stato il giorno della memoria dei 308 morti, il giorno in cui chiedere collettivamente verita’ e giustizia circa le cause delle morti.
Per tutte e tutti coloro che vi hanno partecipato – non si era in tanti purtroppo il più delle volte – e’ stato sufficiente portare una fiaccola, a testimoniare la volonta’ di fare luce e di mantenere alta l’attenzione su coloro che non ci sono più e sulla ricerca della verita’. Nessuno ha sentito la necessita’ di portare altro, di caratterizzare con simboli di qualsiasi tipo un momento di silenzioso rispetto e di enorme dolore.
Ora si avvicina il 6 aprile e per tutti coloro che hanno sempre partecipato alla fiaccolata della memoria non e’ cambiato niente; ci sono invece tanti, assenti fino a quel momento, che per partecipare hanno bisogno di simboli vari.
Ci chiediamo dove siano stati il 6 di ogni mese, quando ci ritrovavamo in Piazza Duomo, nel gelo ed in pochi. Non sentivano quegli stessi, che oggi si affannano a parlare di croci, la semplice necessita’ di ricordare insieme i morti?
Ed ancora, per partecipare non e’ sufficiente una fiaccola, per ribadire che ci siamo e non smetteremo di chiedere verita’ e giustizia?
Ci pensino un attimo e rispondano tutti quelli che non si sono mai visti il 6 di ogni mese e solo ora, perché ricade il 6 aprile – quindi un anniversario più importante secondo loro, mentre per noi tutti i giorni e’ il 6 aprile 2009 – sentono questo grande bisogno di esserci, ma ad una condizione, portare la croce.
E’ sufficiente essere presenti, per dire con una fiaccola che ci siamo e ci saremo sempre.
E’ l’unico atto di rispetto nei confronti dei 308 morti.
Ed e’ l’unico atto di rispetto nei confronti delle diverse sensibilita’: laiche, cattoliche, legate a religioni diverse. Un atto che accoglie le ‘differenze’ e non criminalizza la ‘diversita”.
Del resto, nel calendario delle celebrazioni per l’anniversario del 6 aprile ci sono numerosissimi momenti religiosi: veglie, messe solenni proiettate su maxi schermi, celebrazioni religiose all’interno della sede dove si terra’ il Consiglio Regionale straordinario, benedizioni varie. I cattolici avranno quindi molti spazi nei quali riconoscersi ed esprimere il proprio dolore ed avranno anche la possibilita’ di partecipare ad una fiaccolata silenziosa e senza simboli, come accade, senza laceranti e dolorose polemiche, da dieci mesi.
Per concludere, ci saremmo aspettati la stessa levata di scudi quando gli avvocati della difesa hanno annunciato che chiederanno il trasferimento dei processi in altra regione; o quando il governo ha annunciato che mettera’ mano al processo breve, istituto giuridico che, qualora dovesse essere accolto, lascerebbe senza giustizia i nostri morti.
E quella sì, sarebbe una terribile croce da portare”.

Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente

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