Il testo della lettera del 2 agosto 2011, inviata al Presidente del Consiglio regionale del FAI (Fondo Ambiente Italiano) da Giancarlo Pelegatti, Presidente del consiglio regionale Abruzzo di Italia Nostra
LETTERA APERTA
Al Presidente del FAI
Gentile Presidente,
Le scrivo quale presidente del consiglio regionale dell’Abruzzo di Italia Nostra. Nei giorni scorsi siamo venuti a conoscenza della proposta avanzata dalla Fondazione Tatafiore per la variazione di un terreno di 6.000,00 mq sito nel Comune dell’Aquila da “verde agricolo di rispetto ambientale” a “culturale”, destinazione che consente la realizzazione di edifici con altezze fino a 18 metri.
Tale richiesta viene avanzata per la costruzione di un fabbricato destinato in parte a residenza e in parte a sede di tre associazioni culturali, tra cui il FAI. La notizia ci ha alquanto stupito, essendo noto l’impegno di codesta Associazione per la tutela del patrimonio paesaggistico ed ambientale del Paese. Riesce, perciò, difficile comprendere le ragioni per cui il FAI possa aver patrocinato un intervento edilizio che prevede l’edificazione su un’area agricola di pregio e sottrae alla campagna aquilana l’ennesimo spazio libero.
Non dobbiamo essere noi a ricordarLe, per l’impegno che il FAI ha profuso fin dal 6 aprile 2009, che il terremoto ha generato una vera e propria emergenza paesaggistica nell’Aquilano per l’occupazione sistematica del territorio da parte delle strutture realizzate per far fronte all’emergenza e per la diffusione quasi endemica di nuove abitazioni destinate a sostituire quelle preesistenti.
Riteniamo che sarebbe dovere di tutte le associazioni che si occupano di tutela del patrimonio culturale della Nazione opporsi a tale fenomeno di cancellazione del paesaggio agrario aquilano, evitando di patrocinare interventi edilizi che, dichiaratamente, si pongono come meri surrogati dell’esistente e che non fanno altro che aggiungere costruito a costruito.
Siamo consapevoli che non è nostro compito interferire con le scelte di codesta Associazione, ma la considerazione per il lavoro da Voi finora svolto non ci consente di tenere per noi il nostro dissenso e ci impone di chiederVi di recedere dalla Vostra iniziativa.
Con i più cordiali saluti,
Il Presidente
Giancarlo Pelagatti