SALUTE: GLI ITALIANI BEVONO TROPPO POCO

24 novembre 2012 – Gli italiani sanno che dovrebbero bere almeno due litri di bevande al giorno ma ne consumano meno della meta’ (circa 800 ml). Perche’ si dissetano solo quando hanno sete. Da sfatare invece le credenze sull’assunzione eccessiva degli zuccheri (saccarosio, fruttosio e lattosio): circa 67 grammi quotidiani per gli uomini e 61 per le donne. Ben al di sotto quindi dei 75 grammi, indicati dagli esperti come limite da non superare.

Lo zucchero aggiunto in media agli alimenti e bevande durante la giornata (caffe’, te’, spremute, yogurt ecc.) e’ pari a circa 3,3 cucchiaini (poco piu’ di 60 Kcal, pari a solo il 3,3% delle calorie giornaliere per un adulto sano).

E’ quanto emerge dai dati preliminari dell’indagine LIZ, raccolti su circa 800 persone (saranno 5.000 al termine dello studio) dai medici di famiglia della SIMG (Societa’ Italiana di Medicina Generale), in collaborazione con Nutrition Foundation of Italy (NFI). Lo studio e’ stato presentato al 29mo Congresso della societa’ scientifica, a Firenze. ”E’ significativo che il 35% degli uomini ed il 40% delle donne non aggiunga zucchero (saccarosio) ad alcun cibo – afferma Claudio Cricelli, presidente SIMG -. Abbiamo raccolto dati reali e aggiornati per intraprendere e proporre alle Istituzioni azioni di prevenzione mirate.

Dal 2005 mancavano statistiche di questo tipo. Nel sondaggio abbiamo chiesto agli italiani cosa sanno del corretto consumo di liquidi e zuccheri e come effettivamente si comportano. La recente proposta di tassare le bevande gassate, anche se virtuosa negli intenti, appare quindi ingiustificata perche’ non tiene conto dei consumi reali dei cittadini. Basti pensare che la Danimarca, dopo aver introdotto una tassa analoga su alimenti ad elevato contenuto di grassi saturi, l’ha recentemente abrogata, e ha inoltre desistito dall’idea di introdurne un’altra sullo zucchero. La medicina dei sani, cioe’ la promozione della salute attraverso stili di vita corretti, deve agire su sedentarieta’, alimentazione scorretta, fumo di sigaretta e abuso di alcol”.

Eliminando questi fattori di rischio, l’80% delle malattie croniche, come diabete, tumori, ipertensione e patologie cardiovascolari, puo’ essere prevenuto. Secondo Ovidio Brignoli, vicepresidente SIMG, ”servono nuovi strumenti per far comprendere ai cittadini come mantenersi sani. Se nel 1995 il 37,8% della popolazione era sedentario, nel 2010 questa percentuale e’ salita al 38,3%: si tratta di piu’ di 22 milioni di persone che dichiarano di non praticare nessuna attivita’ fisica nel tempo libero. Il verdetto immediato di questa carenza di esercizio lo pronuncia la bilancia. Il 36,6% dei nostri connazionali e’ in sovrappeso, il 10,6% addirittura obeso, pari a circa 6 milioni di individui. L’andamento e’ in preoccupante aumento se si considera che il numero degli obesi dal 1994 ad oggi e’ cresciuto del 25%. Per agire in modo mirato stiamo raccogliendo concreti e aggiornati”.

In Italia sono 2 milioni e 970mila i diabetici (il 4,9% della popolazione), 2 milioni e 250mila persone vivono con una diagnosi di tumore. Ancora piu’ alto e’ l’impatto delle patologie cardiovascolari: la sola ipertensione, un vero ”killer silenzioso” provoca circa 240.000 morti l’anno ed e’ responsabile del 47% delle cardiopatie ischemiche e del 54% degli ictus cerebrali. Per combattere queste malattie, alla dieta corretta deve essere associata l’attivita’ fisica, che puo’ essere efficace come un farmaco.

L’esercizio fisico in ricetta, oltre ad assicurare una salute migliore, puo’ garantire la sostenibilita’ del Servizio Sanitario Nazionale, spiegano i medici. Oggi l’11% della popolazione mondiale ha piu’ di 60 anni, si calcola che nel 2030 questa percentuale salira’ fino al 17% e nel 2050 al 22%. E l’Italia si colloca ai vertici della classifica della longevita’: e’ il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, per aspettativa di vita: ”Dobbiamo sapere rispondere alle esigenze di salute di queste persone”, conclude Brignoli.

(AdnKronos)

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