SALUTE, BALDUZZI: SOFIA PUO’ CONTINUARE LA CURA CON LE STAMINALI

sofia_staminali12 marzo 2013 – In seguito alla dichiarazione ufficiale del Ministro della Salute, del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e del Direttore generale dell’Aifa, gli Spedali Civili di Brescia hanno acconsentito alla seconda infusione di cellule staminali prodotte con metodo Stamina alla piccola Sofia di Firenze, da attuarsi in tempi rapidissimi. La decisione è stata comunicata alla famiglia ieri sera.

Per il Ministro Balduzzi “si tratta di quella soluzione concreta che, incontrando i genitori di Sofia, mi ero impegnato a favorire entro sette giorni. Quanto è stato fatto concilia il rispetto delle norme e delle sentenze della Magistratura con la situazione eccezionale nella quale si trova la bambina”.

Il prof. avv. Giuseppe Conte, legale di Sofia e dei suoi genitori, che aveva partecipato all’incontro della scorsa settimana, dichiara che “questo risultato costituisce l’affermazione di un principio di civiltà giuridica: il diritto di Sofia, e di chiunque si trovi nella sua medesima condizione, di proseguire nel trattamento terapeutico concordato con i responsabili sanitari e per il quale è stato prestato specifico consenso informato. Confido pertanto che il completamento dell’intero ciclo di cure avvenga secondo il protocollo prestabilito”.

Il Presidente dell’ISS e il Direttore generale dell’Aifa, nel ricordare che le cellule staminali predette risultano preparate non in conformità alle previsioni di legge e in laboratorio non autorizzato, hanno comunque osservato che, se a seguito di pronunce dei giudici viene dato comunque corso all’ulteriore impiego di tali cellule su alcuni pazienti, non sussistono specifiche ragioni per escludere che possano proseguire la stessa terapia i diversi pazienti che, a giudizio dei medici degli Spedali Civili di Brescia, hanno avuto un primo trattamento, senza che si siano verificati effetti indesiderati di rilievo, purché, in ogni caso, permanga il consenso informato del paziente o dei genitori del minore alla prosecuzione della cura.

Fonte: www.quotidianosanita.it