SISMA L’AQUILA: DENUNCIATO IMPRENDITORE PER FALSE AUTOCERTIFICAZIONI

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I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di L’Aquila hanno deferito alla locale Autorità Giudiziaria il rappresentante legale di una società affidataria di lavori di ricostruzione di un condominio gravemente danneggiato dal sisma del 2009 sito in L’Aquila.

L’attività di servizio si inquadra in un più ampio contesto investigativo che vede le Fiamme gialle, coordinate dal pool di magistrati operanti presso la locale Procura della Repubblica nell’ambito del Progetto C.R.A.S.I., impegnate già da tempo in mirati accertamenti volti alla verifica dell’autenticità delle autocertificazioni di avvenuto pagamento dei sub-appaltatori/fornitori prodotte dagli affidatari dei lavori di ricostruzione/riparazione degli edifici danneggiati dal sisma. Il contrasto a tale fenomenologia illecita assume sempre più rilevanza nell’azione svolta dalla Guardia di Finanza per gli effetti distorsivi delle regole di mercato che, per ragioni di intuitiva evidenza, determina.

Gli affidatari dei lavori di ricostruzione/ristrutturazione degli edifici danneggiati dal sisma che omettono il pagamento dei propri fornitori di beni e/o servizi (sub-appaltatori), oltre a non assumersi alcun rischio d’impresa (atteso che i  pagamenti per i lavori da loro svolti vengono elargiti puntualmente dall’amministrazione comunale ad ogni S.A.L.) e trattenendo quindi per sè tutti gli utili, privano di preziose risorse finanziarie le imprese più piccole determinandone, sovente, se non il fallimento, quantomeno la sofferenza.

In tale contesto è stato individuato il rappresentante legale della predetta società edile aquilana che attraverso due false autocertificazioni attestanti l’avvenuto pagamento di due fornitori otteneva indebitamente, da parte del Comune dell’Aquila, il pagamento di due S.A.L. per un importo complessivo di oltre 500.000,00 euro.

Ciò portava, come dinanzi detto, al deferimento del responsabile per il reato di cui all’art. 316 ter C.P. (Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato) ed al sequestro, nei suoi confronti di una somma pari a 90.000 euro circa, corrispondente all’importo delle fatture non pagate ai fornitori.