Ricostruzione: un deciso STOP alla Protezione Civile

N.d.R. Chiodi e Pezzopane sembrano concordare che la ricostruzione non debba essere gestita dalla Protezione Civile. Saranno o meno in grado di gestirla gli aquilani ? E’ un’altra storia, ma la  Protezione Civile risolva il problema dell’emergenza e stia fuori dalla ricostruzione, dato che con il progetto C.A.S.E. ha gia’ modificato seriamente la fisionomia della citta’.

Da http://www.collettivo99.org

Questione di giorni, pochissimi assicurano dal suo staff. Lunedì, forse martedì: il tempo di mettere a punto gli ultimi dettagli, di articolare compiti e funzioni, di individuare numeri e tempi.


Il presidente della Regione Gianni Chiodi risponde così al tentativo della Protezione civile di metterlo fuori dalla ricostruzione dell’Aquila, risponde con la firma sul primo atto da commissario delegato. Un decreto di nomina e di insediamento della struttura tecnica di missione, quella che lo affianchera’ nell’opera di ricostruzione del centro storico dell’Aquila. Presto, fate presto ha detto ieri il presidente ai dirigenti che lavorano al decreto, perche’ bisogna bruciare sui tempi la nuova ordinanza della Protezione civile che comunque uscira’ riveduta e corretta la prossima settimana, secondo le assicurazioni fornite da Berlusconi e Letta mercoledì scorso.

Ma Chiodi lavora anche alla composizione della struttura: nomi di fama mondiale vuole il presidente, alcuni dei quali avrebbero gia’ dato la disponibilita’ a lavorare gratuitamente. Saranno affiancati dai ragazzi del Collettivo 99, giovani tecnici aquilani che conoscono il territorio a menadito, gia’ contattati dal Cnr per conto di Chiodi: operazione di grande prestigio e di forte impatto popolare, che mira a coinvolgere la citta’ partendo proprio dai comitati più impegnati sul territorio.

Aspetti sui quali i politici-aquilani vigilano e controllano: primo fra tutti il vicepresidente Giorgio De Matteis, «nella struttura ci saranno persone di alto livello e professionalita’, la Regione fara’ una scelta di grande prestigio». «L’ordinanza della Protezione civile va azzerata e riscritta di sana pianta», concorda la presidente della Provincia Stefania Pezzopane. «L’ho ricevuta venerdì scorso alle sei di sera, e come me tutte le istituzioni come la Regione e il sindaco dell’Aquila. E’ arrivata con una lettera di accompagnamento del vice della Protezione civile De Bernardinis che specificava che era solo una bozza e che andava approfondita in un incontro con gli enti locali. Sabato mattina ho chiamato al telefono Guido Bertolaso al quale ho fatto presente tutte le mie perplessita’. Lui mi ha assicurato che l’ordinanza sarebbe stata cambiata. Io dico che va azzerata». Perplessita’ che cominciano dall’esclusione degli enti locali e finiscono con la confusione dei ruoli: «Il fatto e’ che la governance così come e’ stata scritta non va bene per niente: la struttura che dovra’ programmare la ricostruzione dovra’ essere composta da Regione, Comune e Provincia ma non ha senso inserire anche le altre Province. Dovranno poi essere definiti i compiti di ciascun ente e soprattutto dovranno essere loro attribuiti poteri straordinari come quelli della Protezione civile».

Ma era stato anche il parlamentare dell’Idv Augusto Di Stanislao a sollevare il problema alla Camera con una mozione il 5 ottobre scorso. Di Stanislao ha denunciato il rischio di «una ricostruzione poco trasparente e insufficiente, gestita dal governo in modo autonomo ed eccessivamente centralizzato, attraverso lo strumento principale delle ordinanze».

Spiega Di Stanislao: «Si e’ scelto di non seguire l’esempio del terremoto di Umbria e Marche del ‘97 che ha rappresentato indiscutibilmente un modello positivo nella gestione e che fin dall’inizio, nelle scelte per la ricostruzione, aveva visto sia il parlamento che le istituzioni locali interessate a svolgere un ruolo primario, con un modello di governance che ha dato risultati importanti».

A questo punto si volta pagina: dopo lo stop di Chiodi e della stessa Pezzopane, l’ordinanza finira’ nel cestino. La ricostruzione torna in mano agli abruzzesi.

Articolo di Lilli Mandara per “Il Messaggero” del 16 ottobre 2009