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Il terremoto che ha devastato l’Italia centrale e che ha raso al suolo interi paesi (Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto), rende più attuale che mai questo interrogativo: come mettere in sicurezza le vecchie case e trasformarle in edifici antisismici? Viviamo in un Paese ad alto rischio sismico, fatto in prevalenza di borghi e centri storici antichi costruiti su roccia e calcare, con edifici ancora realizzati in pietra o con materiali non sempre resistenti. A fronte di questa realtà, i dati più recenti dicono che il 70% delle case italiane non è a norma anti-sismica. Vediamo con un piccolo prontuario, quali interventi siano indispensabili per mettere in sicurezza gli edifici antichi e trasformarle in case antisismiche.
Se in base alla legge, oggi tutte le case nuove devono essere costruite, secondo norme antisismiche, gli edifici vecchi possono essere adeguati e diventare case antisismiche. Partiamo da un dato: a seguito degli eventi tragici nell’Italia centrale, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri su elaborazione del suo Centro studi, dice che il complesso delle abitazioni residenziali, è particolarmente vetusto e, per questa ragione, potenzialmente bisognoso di interventi.
Circa 15 milioni di case (più del 50% del totale) sono state costruite, infatti, prima del 1974, in completa assenza di una qualsivoglia normativa antisismica. Almeno 4 milioni di immobili sono stati edificati prima del 1920 e altri 2,7 milioni prima del 1945. Per la messa in sicurezza del patrimonio abitativo degli italiani da eventi sismici, si calcola che il costo complessivo sia pari a circa 93 miliardi di euro.
Cosa si può e si deve fare: la materia del restauro e del consolidamento antisismico è complessa e richiede studi specifici in materia di ingegneria e strutture, per questo prima di intervenire è bene fare delle indagini preliminari avvalendosi della consulenza di un esperto per assicurarsi di che tipo di interventi necessiti la struttura.
Innanzitutto si possono utilizzare i tiranti: tubi di metallo che collegano e fissano le pareti parallele di una casa, da una parte all’altra, rinforzando la struttura nel suo complesso, per cui i muri vengono bloccati e non c’è più la possibilità che uno si muova rispetto all’altro. Per la salvaguardare l’estetica dell’edificio, possono essere nascosti da dischi ricoperti da intonaco.
Quindi l’immissione di reti elettrosaldate per rafforzare le pareti della casa; la sostituzione degli intonaci con altri più moderni e resistenti, a base di calce. Il solaio che negli edifici più antichi è una delle parti più a rischio, può essere rinforzato posizionando tiranti in acciaio, rafforzanti nei laterizi e migliorando il collegamento con le pareti.
Le murature possono essere rinforzate applicando intonaco armato composto da pilastri che hanno la funzione di sostenere le pareti e assorbire meglio le vibrazioni. La base dell’edificio si può rinnovare ristrutturando e ampliando le fondamenta o praticando iniezioni di materiale volte a migliorare la stabilità del terreno.
Costi: un intervento di riqualificazione antisismica di un’abitazione di medie dimensioni può aggirarsi intorno ai 30 mila euro. Per meno di 10 mila euro l’intervento completo ha qualche carenza o a livello progettistico, o di materiali, o altro.
La spesa è a carico del proprietario, ma dal 2013 la normativa prevede il rimborso del 65% della spesa sostenuta sia pure in dieci anni.
A ogni modo, gli esperti rintengono che ogni casa antica faccia storia a sé e richieda un intervento personalizzato da realizzare dopo attenta diagnosi, proprio come in sartoria si confeziona un abito su misura.
(fonte: tuttoingegnere.it)






















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