SERRA (TERAMO): IL BORGO FANTASMA CON UN SOLO ABITANTE

 

serraLontano dal caos, dalla vita frenetica e dalla forza espansiva della globalizzazione, si erge solitario e silenzioso un borgo surreale e semiabbandonato, che resiste aggrappato al tempo, lottando per non “morire”.

SERRA è una frazione di Rocca Santa Maria (anche se una volta apparteneva a Rocca Bisegna) in provincia di Teramo a quota 1100 metri, all’interno del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

L’origine del nome, al contrario di quanto si possa intuire, deriva dal posto in cui è stato costruito, cioè su una cresta di un monte vicino al torrente Vezzola. Attualmente, pur risultando quasi del tutto disabitato, è al centro di un progetto di recupero e solo un uomo ancora vive lì, resistendo e adattandosi alle condizioni non favorevoli di un paese fantasma.

Durante l’estate tornano nel paese natìo alcune persone per trascorrere le proprie vacanze.

Una sola via attraversa Serra e le case sono tutte costruite e adiacenti lungo questo unico tratto. Poco prima di entrare nel paese, in posizione dominante sorge la Chiesa del San Salvatore, rimodernata e restaurata nel corso degli anni. L’interno della chiesa è impreziosito da un’opera in tela del pittore teramano Tommarelli.

Il borgo è stato protagonista di una tradizione che richiamava molta gente dai paesi limitrofi: l’Ascensione, che si svolgeva nel mese di maggio. Le persone che percorrevano la strada a piedi per raggiungere il paese Serra, dovevano raccogliere tutte le lumache che trovavano lungo il percorso. C’era la convinzione che nelle lumache vi fossero le anime del Purgatorio, che una volta portate in paese, sarebbero poi state graziate e purificate dai peccati. Dopo i riti religiosi, tutti si intrattenevano nel borgo e consumavano il pranzo che avevano preparato.

La strada per arrivare al piccolo borgo medievale è asfaltata e quindi facilmente raggiungibile.

Luogo ideale per chiunque desideri godersi il paesaggio nella massima tranquillità e sperimentare indimenticabili passeggiate a cavallo o in bici.

Fonte: www.stradadeiparchi.it

 

Tags: