ALLOGGI VUOTI IN C.A.S.E. E M.A.P. – LA SOLITA MEMORIA CORTA AQUILANA

progettoCASE_AquilaRiportiamo la lettera di un nostro lettore, che fa seguito a quella dell’AFI che abbiamo pubblicato nell’articolo: L’Aquila: «Alloggi vuoti in C.A.S.E. e M.A.P. ma gli sfollati ancora in hotel».


Accorato e pure condivisibile l’intervento dell’A.F.I. (mai sentita prima questa sigla, che roba è) circa la situazione/gestione degli alloggi C.A.S.E.- M.A.P. nel cratere. Più che giusto che gli alloggi vuoti, una volta ripuliti e riparati – e per queste attività ci vuole più impegno di quello attuale – siano attribuiti ad altri ancora nel bisogno.

Pecca però, questo intervento, della solita memoria corta aquilana.

Dimentica che a suo tempo, dopo il terremoto, non siamo stati trattati come esseri umani, con le nostre personalità, il nostro essere, il nostro avere, le nostre necessità, povertà o ricchezze.

La Protezione civile ha pensato bene di etichettarci, di bollarci, come cose, in base alla lettera di classificazione delle nostre prime case.

Per cui non siamo Maria, Peppe, Antonio con le nostre persone, le nostre famiglie e le nostre effettive necessità del momento, bensì siamo le lettere A o B o C o D o F che hanno attribuito, spesso a capocchia, alle nostre case, io non sono Stefano, bensì i 5 diversi esiti di agibilità attribuiti dalla Protezione civile al condominio dove vivo.


Dopo questa premessa sul mancato rispetto dei nostri diritti umani fondamentali, che è necessaria per capire l’attualità aquilana, va ricordato che alloggi C.A.S.E.- M.A.P. non sono stati realizzati per tutti coloro che erano in emergenza abitativa ma solo per quelli “etichettati” E, F, Zona Rossa, ed indipendentemente dalle loro reali necessità abitative. Per cui chi aveva prima casa classificata E o in Zona rossa aveva automaticamente diritto ad alloggio C.A.S.E.- M.A.P. anche se proprietario di sterminato patrimonio abitativo uscito indenne dal sisma, magari affittato a caro prezzo agli studenti universitari.

Va pure ricordato che alla Caserma della Finanza sono stati ospitati, alla fine in particolare, gli ultimi irriducibili delle tendopoli, che alla fine della giostra non erano etichettati” E, F, Zona Rossa. Infatti gli attuali ospiti della caserma sono per lo più “etichettati” B, in quanto la loro casa popolare ATER o Comune, così “etichettata”, non è stata mai riparata dai competenti Enti.

Sarebbe sì cosa utile svuotare la caserma e mettere queste persone nelle case C.A.S.E.- M.A.P.., ma anche in questo caso memoria corta aquilana dimentica che il famoso elenco/graduatoria dell’agosto 2009 degli “etichettati” E, F, Zona Rossa non è stata esaurita; ci sono ancora decine? centinaia? – chi può saperlo con certezza! chi te lo dice!?! – di persone di questo elenco/graduatoria che sono ancora in attesa; dovrebbero vedersi passare avanti da quelle dell’hotel Fiamme Gialle? Di elenchi/graduatorie di “etichettati” E, F, Zona Rossa, ce ne sono anche altre, credo almeno altre tre successive, compresa quella dei richiedenti alloggio più spazioso di quello avuto, ma sempre di persone “etichettate” E, F, Zona Rossa. Anche queste persone dovrebbero vedersi passare avanti da quelle dell’hotel Fiamme Gialle? La proposta è giusta ma ci sono prima gli altri; è giusto che siano accontentati per primi.

Il rispetto delle regole deve essere la prima cosa, anche se si tratta di regole che derivano da premesse pessime e disumanizzanti. Avremmo dovuto rifiutarle all’inizio, ma eravamo troppo scossi/poco attenti per poterlo fare.

Stefano Frapiccini
Cittadino dell’Aquila, della Repubblica italiana, dell’Unione europea.