La statistica afferma che non c’è rapporto tra terremoti e l’alternarsi di giorno e notte, eppure i sismi sono percepiti come fenomeno notturno: ecco perché.
Un terremoto può avvenire a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il terremoto che ha colpito l’Emilia (maggio 2012) è iniziato nella notte con una scossa molto forte, di magnitudo 6 della scala Richter: le scosse successive, oltre un centinaio al giorno fino al momento in cui scriviamo, sembrano per ora mostrare una tendenza alla diminuzione dell’intensità. Il sisma che colpì l’Umbria nel 1997 ebbe invece una progressione contraria, con la scossa di maggiore intensità in pieno giorno.
I terremoti sono dovuti al moto delle placche tettoniche e si originano a chilometri di profondità sotto la crosta terrestre, dove fenomeni superficiali come la temperatura o l’alternarsi del giorno e della notte non hanno alcuna influenza. Nonostante l’evidenza delle statistiche sismiche, però, il terremoto è spesso percepito come un fenomeno legato alla notte. Questo potrebbe essere spiegato dal punto di vista psicologico con la diversa percezione degli eventi che si ha di notte, spazio dedicato al riposo nell’intimità della propria casa. Le scosse che di giorno passano quasi inosservate, di notte invece provocano risvegli allarmati accentuando la paura, mentre la capacità di reazione è rallentata. Sarebbe dunque l’esperienza soggettiva del terremoto che, a parità di gravità, di notte è più traumatica e si fissa maggiormente nella memoria. |