ECCO LO STUDIO DI BOSCHI DEL 1995: “ENTRO IL 2015 FORTE TERREMOTO A L’AQUILA”

Ecco lo studio del 1995 firmato da Enzo Boschi, Paolo Gasperini, e Francesco Mulargia a cui ha fatto riferimento anche il PM Fabio Picuti nel corso del processo ai membri della Commissione Grandi Rischi.

Lo studio analizza la probabilità che si verifichino terremoti di magnitudo 5.9 o superiore in determinate zone d’Italia. Nell’abstract iniziale si legge: “La probabilità di un immediato evento sismico crostale è stimata essere molto bassa in tutte le regioni ad eccezione del sud-est Sicilia e dell’Appennino Abruzzese.”

Nelle pagine successive del documento troviamo una cartina [figura 3] suddivisa in zone e in seguito una tabella con le probabilità [tabella 4] che vanno da 0 a 1 (dove 1 indica il 100% di probabilità, cioè la certezza). La zona identificata col numero 34 include anche L’Aquila. Nella tabella delle probabilità, per la zona 34 viene stimato il 100% di probabilità del verificarsi di un evento sismico di almeno M. 5.9 nell’arco di 5 anni (anno 2000) e di 20 anni (anno 2015).

Nella conclusione dello studio leggiamo:

“La probabilità che accada un evento maggiore di M. 5.9 nei prossimi 5 anni è bassa ovunque, tranne che nella regione 34 (Aquilano) che ha una probabilità virtualmente prossima all’unità [NdR: unità, cioè 1, indica il 100%]”. E prosegue: “Nel prossimo futuro ci sono alte probabilità solo per la Sicilia sud-orientale, per l’Aquilano, Naso-Capo d’Orlando e il Forlivese. Oltre ad una dettagliata rivalutazione del rischio sismico, queste zone dovrebbero essere oggetto di un monitoraggio intensivo per una migliore comprensione delle tettoniche locali ed i processi fisici legati alla generazione di terremoti”.

Nella requisitoria il PM Picuti ha detto: “Nel 1995 l’imputato Boschi aveva previsto con probabilità 1, quindi con certezza, una scossa 5.9 nel ventennio successivo in questa zona. Informazione non fornita nella riunione, non al pubblico ma agli altri componenti Cgr. Informazione incompleta, carente e ingannatoria è stata perciò definire ‘improbabili’ forti terremoti e non fare menzione di questo studio”.

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