TERREMOTO: GLI DEMOLIRONO LA CASA SENZA MOTIVO, RESTA ANCHE SENZA AIUTI

5 settembre 2012 – Di Palazzetto Paltrinieri rimangono solo le macerie. E una perizia giurata che priva la famiglia della possibilità di accedere agli aiuti destinati ai terremotati, perché la demolizione della loro casa non è avvenuta in seguito alle scosse del 20 e del 29 maggio, ma per ordine del sindaco di Cavezzo, Stefano Draghetti. Firmatario di un’ordinanza che l’8 giugno scorso ha autorizzato una squadra dei vigili del fuoco a buttare giù l’edificio, senza che i proprietari fossero avvisati.

“Oltre il danno, la beffa – racconta Alessio Bondi, figlio di Rosaria Paltrinieri, che in quel palazzo fino a maggio ci abitava – siccome non abbiamo una scheda Aedes, visto che la demolizione è avvenuta senza alcun verbale, ma solo con il prospetto riepilogativo d’intervento che si rifà alla proprietà a fianco, e che la casa ce l’hanno demolita le ruspe senza che fossimo avvertiti, non possiamo nemmeno accedere agli aiuti”. Nessun risarcimento, dunque, e la rabbia per una vicenda, quella della demolizione, che non convince la famiglia.

“Gli esiti delle perizie che abbiamo richiesto dimostrano che non si presentavano sfaldamenti delle malte, le catene interne ai capitelli erano intatte e ancoravano tutta la struttura reggendo i solai. Il materiale con cui la casa era stata costruita nel 1912 era quindi eccellente e grazie alle catene perimetrali avrebbe resistito anche a scosse di intensità superiore”.

A dimostrarlo, oltre alla relazione tecnica, ci sono le foto. Quelle che ritraggono il piano terra del palazzo, l’unico rimasto in piedi dopo che le ruspe hanno demolito il resto della casa, dove la cucina e la sala da pranzo sono intatti, con le suppellettili sulle mensole e gli elettrodomestici ancora funzionanti. E quelle scattate dopo la scossa del 29 maggio, che evidenziano come buona parte del fabbricato fosse privo di quelle crepe strutturali a ‘x’ che preannunciano un possibile crollo. “Allora perché – chiede Alessio – con tanti edifici ridotti in macerie, da demolire, hanno distrutto proprio casa nostra, che era inagibile ma recuperabile? Ci sono altri interessi dietro?”.

“Il sindaco non è un tecnico o un ingegnere e non ha visitato di persona il sito – ribatte lo staff di Draghetti, contattato telefonicamente da ilfattoquotidiano.it – e se i vigili del fuoco, preposti a effettuare le demolizione, capaci, si presume, di stabilire cosa va abbattuto e cosa no, in una relazione hanno decretato che la casa era da tirare giù, è ovvio che lui si sia fidato e abbia dato l’ok. Ora spetterà ai magistrati decidere chi ha torto e chi ha ragione”.

Ma ci sono altri aspetti che gettano nuovi dubbi sulla demolizione di Palazzetto Paltrinieri, primo fra tutti un video, che retrodaterebbe l’intervento delle ruspe di un giorno rispetto all’8 giugno, la data in cui la casa sarebbe stata rasa al suolo. A smentire l’ordinanza comunale. Rimettendo in discussione la ricostruzione dei fatti prodotta dall’amministrazione cittadina. In rete, infatti, alcune immagini firmate You Reporter e datate 7 giugno, mostrano la facciata dell’edificio priva di una fila verticale di tre piani di finestre, e accanto alle prime macerie, le ruspe in azione. (continua a leggere su Il Fatto Quotidiano)

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