Oggi alle 18.00 il commissario delegato risponde ai cittadini in Piazza Duomo
«Si è stabilito che, nel pieno rispetto delle modalita’ e dei tempi dettati dall’ordinanza 3790 e alla luce della sentenza pronunziata dal Tar Abruzzo, l’approvazione delle pratiche dovra’ essere portata a termine dalla filiera Fintecna-Cineas-Reluis entro e non oltre 60 giorni dalla presentazione».
Bei propositi quelli del commissario delegato alla Ricostruzione, Gianni Chiodi, che a guardare gli ultimi dati sullo stato delle pratiche potrebbero non avere adeguato riscontro.
Al 29 luglio 2011, sono appena 47 i nuovi contributi definitivi concessi dal comune che si aggiungono ai 1024 relativi all’1 luglio 2011. Circa un migliaio le nuove pratiche E presentate a Fintecna nel periodo, che raggiungono quota 5468, mentre sono rispettivamente 344 e 247 le pratiche che nel mese di luglio hanno avuto esito positivo da parte di Reluis e Cineas.
Poiché al momento sono 2444 (Reluis) e 3538 (Cineas) le richieste in attesa di esito positivo, sembra molto improbabile che si possano rispettare i tempi che ha in mente Chiodi. Valori sui quali vanno considerati anche i tempi dovuti a Fintecna e ai tecnici nella fornitura delle integrazioni, che al 29 luglio sono 1445 in attesa al Comune (773 a Reluis e 1218 a Cineas).
I 60 giorni promessi sono peraltro da formalizzare in un apposito documento a firma del Commissario delegato, che dovrebbe tra l’altro specificare come calcolare i due mesi per le pratiche in arretrato e fissare bene i paletti sulle richieste di integrazione.
Un tema che sicuramente non manchera’ nell’assemblea cittadina in Piazza Duomo, in cui oltre a Gianni Chiodi sono stati invitati i principali attori della Ricostruzione: il Sindaco Massimo Cialente, l’assessore Piero Di Stefano, il consulente per il centro storico Daniele Iacovone, i presidenti degli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti
Che sia il caso di iniziare a pensare a delle consistenti penali se i tempi di approvazione non sono rispettati, prima di costringere i cittadini ad un ricorso massiccio al Tar Abruzzo?
di Patrizio Trapasso