“Signore non ci interessa che il Sindaco sia un cristiano di centro, di destra o di sinistra. E neppure che sia un democristiano. Basta che sia, piu’ semplicemente, un buon cristiano“.
E’ un passo della preghiera che l’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, rivolge al Divino dalle pagine del quindicinale diocesano “Vola”.
E il Signore risponde a Molinari:
“Perche’ mi volete costringere a fare cio’ che da soli potete gia’ fare benissimo’? In fondo basta che ognuno di voi sappia usare una matita, e mettere una croce sulla scheda. E avrete il Sindaco che desiderate!”
Di poche parole il Signore. Nessun rimprovero per l’affaire dei fondi Giovanardi, nessuna tirata d’orecchie a Mons. D’Ercole, o un ‘birichino-birichino’, quantomeno per stare un pò più attento alle compagnie che si frequentano.
E quali caratteristiche dovrebbe avrebbe il neo-sindaco?
“Signore, donaci un Sindaco umile, che riconosca i suoi limiti e sappia chiedere la collaborazione di tutti. Donaci un Sindaco capace di dialogare e confrontarsi, ma che, alla fine, sappia decidere per il bene di tutti”, scrive Molinari.
Il futuro sindaco “non dovra’ pensare al consenso facile, ad andare in Tv o a rilasciare interviste, ma soprattutto al fatto che ‘tutti pur non vedendolo, sperimentino che e’ sempre presente; presente non con le chiacchiere ma con i fatti”.
E ancora: “L’attenzione ai cittadini dovra’ essere una dote fondamentale del prossimo Sindaco perche’ al centro della politica e degli impegni amministrativi ci sono le persone, le famiglie, i lavoratori, gli imprenditori”.
Per l’arcivescono “la citta’, in futuro, avra’ bisogno di un Sindaco forte che non si pieghi alla sfiducia e allo scoramento” e che “non pronunci mai parole di disperazione” ma che “semini sempre tanta speranza”.
I valori del “primo amministratore” sono ovviamente scontati: vita, liberta’, famiglia, giustizia, attenzione ai piccoli e ai poveri.