L’Aquila, 18 aprile 2012 – E’ stata la giornata di Franco Gabrielli, oggi all’Aquila come teste al processo in corso contro i sette componenti la Commissione Grandi Rischi, accusati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali colpose. L’organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei ministri e’ alla sbarra in relazione alla riunione che tenne nel capoluogo abruzzese appena una settimana prima il disastroso terremoto del 6 aprile 2009.
Forni’ notizie rassicuranti sull’evoluzione dello sciame sismico in atto da mesi. E questo, per l’accusa, fini’ per tranquillizzare colpevolmente la popolazione che poi contera’ 309 vittime. Al centro dell’interrogatorio soprattutto il ruolo dell’informazione. ”La veicolazione dell’informazione produce non effetti certi ma certi effetti” ha detto il capo Dipartimento della Protezione civile, gia’ prefetto dell’Aquila, riferendosi al terremoto ma anche alla vicenda della Concordia ed alle ripetute scosse nel Pollino, in Calabria. Ha parlato di ”pendolo”, ”o c’e’ allarme o c’e’ normalita’, non c’e’ una via di mezzo”. Ed ha citato, come esempio, proprio il Pollino: ”Un giorno e’ uscito un articolo intitolato ‘Qui come all’Aquila’, in cui un esperto diceva che stava arrivando un forte sisma nella zona di Castrovillari. Abbiamo sollecitato questo professore e ha spiegato di non aver mai detto questo. Il giorno dopo e’ uscito un altro articolo con il titolo ‘Nessun allarme, lo sciame sismico calabrese e’ normale”’. Da quando Gabrielli ha rilevato Bertolaso alla guida della Protezione civile (fine 2010), e fino al 31 marzo scorso, le scosse all’Aquila sono state circa 250”.
Davanti al giudice, Marco Billi, ha sostenuto che ”non ci sono strumenti e neanche la possibilita’ di incidere effettivamente; non posso dire ai Vigli del fuoco di andare sul Pollino per intensificare la prevenzione dello sciame sismico se poi devo gestire anche le alluvioni in tutta Italia e gli uomini sono sempre quelli”. Insomma troppe emergenze per poco personale. Di piu’. Ha asserito con convinzione che ”l’attivita’ preventiva va posta in essere in primis dal Sindaco, che e’ l’unica autorita’ di protezione civile”. ”Chi conosce il territorio e’ il Sindaco – ha osservato Gabrielli – Io da Roma come posso sapere quali sono gli edifici con criticita”?”. Per il numero uno della Protezione civile, nel 2009 ”il Dipartimento ha messo a disposizione una conoscenza scientifica” ma che ”si carica di significati ulteriori rispetto ai flussi informativi dei centri di competenza”. Nel caso dell’Aquila ”doveva fornire un contributo se fosse possibile prevedere questa scossa, se il territorio aquilano presentava rischi sismici”. Durante la stessa udienza, Gabrielli ha riferito altresi’ che da novembre 2010 ad oggi in Italia sono state registrate 17.901 scosse.
Quattro sciami sono ancora in atto; 13 hanno avuto piu’ di cento scosse; sette si sono evoluti in 200 scosse; due in mille scosse.
(ASCA)





















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